ancóra

Posted By claudiobadii on Giu 9, 2015 | 0 comments


Resterei là alle pendici di noi. Resterò allora come desidero. La luce e l’aria non son cose che si dimenticano e allora indimenticabile significa eterno indistruttibile buono desiderabile significa ‘tu’. Aria luce strada temperatura dell’aria. Cose indimenticabili che costruiscono un sentimento d’amore. Tu vieni assorbito sminuzzato inzuppato nel mare del tempo che inonda i pensieri e non penso più a perderti. Sono diventato migliore per quel che mi riguarda sono in grado di aspettare il niente che dovesse arrivare quel niente di te così grande quando semplicemente arrivi. Ogni giorno mi ricordo di mangiare. Ogni mattina mi viene in mente di sostenermi per te. Non si sa mai. E cammino: strada, aria, luce, temperatura dell’aria e dell’acqua del fiume che traversa i quartieri dividendosi in canali dentro la città. Ogni giorno riesco a pensare alla vita fisica. Penso ogni mattina di mettere giù qualcosa e sostenere il metabolismo e penso l’aria prendendo fiato che va in fondo agli alveoli per l’ossigenazione del sangue penso agli eritrociti milioni di milioni che corrono e ai liquidi attorno alle cellule penso mandando giù il latte e l’acqua ogni mattina per non morire di fame e di sete. Si tratta di te non solo di me. Non solo me riguarda ogni giorno. E meno male che filtrazione respirazione idratazione alimentazione ti riguardano che quelle cose sono te. Una musica di accompagnamento capisco che sia prendere coscienza al risveglio. Non conta molto la successione corretta delle parole sul foglio e non conta più molto la ‘consecutio temporum’. Aria luce strada temperatura dell’aria. Si tratta di te non solo di me. Non solo me riguarda ogni giorno. Cose indimenticabili che costruiscono un sentimento d’amore. Ogni giorno ricordarsi di mangiare. Potrei anche dimenticare di farlo. Ogni mattina aver in mente di sostenermi per te per il dubbio che non si sa mai arrivassi oggi col tuo grande niente inaspettato col tuo corpo mobile che è il tuo senso filosofico come i grandi occhi e i capelli sottili sono l’unica giustificazione ontologica. Il tuo nome la legge di autorizzazione giuridica: ricordarsi di mettere giù qualcosa. Di restare bello per il grande niente e l’enorme offerta di briciole di te. Poi viene il pensiero: dopo che memoria di noi strade aria luci sostentamento deglutizione percezione spinta muscolare delle gambe lungo il fiume dentro la città e premuroso ricordo di buttare giù qualcosa anche prima di sera hanno traversato il mio corpo mobile e privo di volontà cosciente cha da giorni non smette di volerti restando qua ma volendoti ad ogni azione che mi assicura la vita fisica… solo alla fine di tutto questo arriva il pensiero. Prima il significato somatico del grande niente se arrivi mi convince a valutare i vantaggi della sopravvivenza biologica. Dopo poi viene ogni volta il pensiero differente da tutte queste cose. Un pensiero che non so dire bene. Pensiero di voler solo ripetere che mi hai fatto capire la forza di tutto questo niente così grande che mi svuota se arrivi. La potenza di tutto questo niente deriva al pensiero per via che la realtà mentale ha natura fisica. Quell’enorme insignificanza che io sono è simile al riposo. Io mi sveglio butto giù l’acqua e il latte e all’idea della natura fisica delle cose sono gracile e affranto e questo mio nuovo modo di essere stanco è come ti dicessi subito con un filo di voce “ancora”

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