formazione dell’immagine


una poltrona sul circo

una poltrona sul circo

Piange seduta al tavolo di cucina. L’aria è pulita ma non so quale dei nostri sensi coglie le qualità dell’aria. “Pane e tulipani” ricorda mormorando. E in relazione alla colonna sonora, credo, dice “La fisarmonica da la certezza che il futuro sarà felice una felicità come avessimo già avuto tutto e pagato il debito e con un gruzzolo di semi di patate e granturco e con la gioia uguale a questa di oggi ma con il respiro largo perché è durata ininterrottamente.” E poi “Con le fisarmoniche è così fin da subito per tutti” aggiunge. “Una fisarmonica è una poltrona in prima fila al circo che ci trasforma tutti in vecchi bambini e ci commuove perché per quel suo potere ci rende uguali.” Mi sprofonda dentro il suo abbraccio e ricevo il dono di una passione filosofica di portineria che le è montata addosso mentre ero via. Siamo pane, tulipani, un disegno colorato in coda di stampa, la musica di fisarmonica, le lacrime di un vecchio, siamo due sfingi eterne ed appassionate al loro ultimo amore. Siamo ognuno per proprio conto certezza di un futuro felice.

Perché la ricerca sulla fisiologia della vita mentale si è risolta a vincere le censure, anche quella che vietava l’accesso alla formale bellezza del niente e alla essenziale bellezza di un volto di ragazzina che sembra avere tutte le intenzioni e anche noi abbiamo imparato ad avere tutte le intenzioni persino quella di toccare il corpo della madre senza sentirci cattivi o perversi bensì solo curiosi e innamorati. Trenta anni fa eravamo rimasti immobili di fronte alla scena di una donna che precipitava da una terrazza chiusa dentro la corazza di un’automobile. Noi stessi sapevamo che sbagliare a muoverci di là troppo precocemente conteneva il rischio di precipitare nel vuoto del suicidio. Trent’anni dopo eccoci nella prima fila al circo immobili di stupore e di felicità, immobili per l’agitazione indotta dal suono delle fisarmoniche, affacciati ai giochi e alle capriole, ai trapezi, a tutte le geometrie e a tutti i teoremi dell’azzardo, alla indistinta riga di rimmel che il pianto ha sfumato. Sappiamo con certezza di essere di fronte a tutto quello che possiamo dichiarare che è il seno.

Ora dovremo imparare a fare pace con il terrore che la madre debba essere sempre follia e suicidio. Il linguaggio è indispensabile per esprimere il sentimento di fronte alla nostra storia, che si definisce e corrisponde alle variazioni affettive suscitate nel buio della biologia dalla formazione dell’immagine.

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