interpretazione

Posted By claudiobadii on Ago 30, 2017 |


ti ho sognata

Una vita di eccessi: comprensione dedizione pretesa precisione proposizione espressione eccessivi e lavoro eccessivo e eccessiva pretesa d’essere comprensibile nonostante sapessi che non era possibile perché conservo una (ingiustificata) arroganza di aristocrazia che solo chi mi amasse potrebbe perdonare senza tolleranza con un sorriso per una volta onesto di quando ti dimentichi di pensare a quanto stai pensando: nel caso specifico se per caso non sia eccessiva la naturalezza dell’eccesso necessaria alla pornografia dell’intesa che peraltro è essenziale alla prosecuzione della mia vita.

La voglia di eccedere corrisponde ad adeguarsi a chi può intendersi con me che le linee si pongono per segnalare che un momento fa fummo arrivati al limite impellente della crescita sulla curva di levitazione di una crosta del pane -che noi appunto altro non siamo- che la nostra capacità di contenere il pieno disegna crepe fragranti tra la bianca pasta porosa di mollica e i fili di fumo caldo in aria che salgono mentre lei sta là accanto come sempre a darmi certezze e realizza – simultanea con me – principesse orientali e ciliegi che esalano canti di amore e morte insieme.

“Un bel di vedremo all’orizzonte un fil di fumo”

Riconosciuto e insieme riconfermato l’eccesso -insomma la natura del pensiero erotico che è il velo e l’oltre che il velo pone- ti carezzo consolandoti che eccesso è un eccesso di finzione paragonabile alla sicurezza che qualcuno ti ama sconosciuto nascosto e invia una benedizione oltre l’ingresso di una stanza operosa odorosa dentro la quale -quando tu sfili distratto per altra meta- quella sussurra il tuo nome scandendone animatamente le singole lettere poi si morde un labbro allegoria del desiderio fisico di te che resti odore e sapore del sangue.

Eccesso pretendere che dire il nome nel sangue e nel volume grigio della stanza piena di odore di forno sia il vero bene-dire un figlio una donna un estraneo che ci piace tanto senza sapere il perché.

Così torno oggi salvato e benedetto da chi certamente mi ha amato così tanto da essermi restato nascosto perché io non potessi sciupare la sua benefica inclinazione nei miei confronti e però quell’affetto potente che spirava per strada di cui non saprò mai il mittente mi ha fatto sentire, per giorni e giorni, nudo: con punte di profondissima perplessità e fastidioso stupore per qualcosa che non si sa ridurre ad una comprensione cosciente di dinamiche di relazioni note.

Poiché qualcuno mi ama senza mostrare il suo sentimento perché è disinteressata ad una ricompensa io suppongo che dovrò pretendere un altro modo di intendere le ore d’amore che chiamo psicoterapia (sebbene nessuno più pensi in tal senso al lavoro che si fa da trentun’anni oramai) che si impernia sull’interpretazione dei sogni….

Ora so solo che il mezzo di cui ci si è avvalsi era precedente la sua necessaria invenzione per finalità di cura.

Dal primo giorno più di trenta anni fa fu l’interpretazione dei sogni il modo di stabilire la cura e mi parve il mezzo che avevo imparato ad adoperare perché ero riuscito a porre l’utilità di una tecnica.

Invece ora sono certo che quasi nessuno allora nella mia città si azzardava a fidarsi della propria capacità di interpretare i sogni perché non ci avevano mai creduto per davvero. Scherzavano ma poi proponevano consigli e giudizi. Era perché nel mondo medico nessuno -prima del 1972*- aveva compreso che la capacità di interpretare i sogni non era la scoperta di Freud ma una capacità di ciascuno di immaginare esistente il non visibile e comprensibile il non ragionevole ottenuta da tutti per eredità genetica che si realizza nella vicenda biologica che accompagna l’espletamento del parto** nella specie umana.

Interpretazione dei sogni è la capacita specifica originaria che era perduta nella memoria dei singoli e mai ipotizzata (annullata) dalla cultura antropologica.

Ma il 1972* aveva detto che era tuttavia possibile -più che necessario- ritrovarla.

Oggi agosto 2017 eccoci a definire ancora lo specifico di sapienza umana in relazione non alle scoperte e alle invenzioni che noi poniamo nel mondo e facciamo sulla natura del mondo, ma in grazia di quanto risulta evidente che riusciamo a fare nella relazione di noi con l’esterno che è la vita intima dei nostri esagerati ed eccessivi amori -con certuni degli altri- coi quali si genera un intreccio di mani e una resa al sesso -disposto e apparecchiato per noi, si veda la mano sinistra della mia modella preferita- grazie alla capacità che abbiamo di interpretare sempre meno esitanti l’immagine contenuta nelle figure che emergono al risveglio come ricordo cosciente di una attività mentale che resterebbe muta e insignificante senza l’interpretazione.

note: (*)ISTINTO DI MORTE E CONOSCENZA , Massimo Fagioli

(**) Teoria della Nascita