la forza tra pollice e indice

Posted By claudiobadii on Mar 10, 2013 | 0 comments


"BIANCO" copyright  OPERAPRIMA

“BIANCO”
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OPERAPRIMA

All’opposto!! All’opposto!! “grida la mente. Idee di parole ricordi veri di untori e oche del campidoglio neanche ci fosse un’invasione. E allora c’è l’invasione, arriva il bianco tra le righe nere della scrittura, arriva e seppellisce annullando non fosse per un resto nel muro. Il resto è un rifiuto. Deriva dalla stimolazione tattile a carezzare le tue dita screpolate a causa di un certo umile lavoro a tempo determinato la fatica del quale lasci scivolare sulla campagna come un mantello. Distratta, praticamente regina.

Ho dunque trasformato il tuo mantello tenuto per un lembo con la morsa tra pollice e indice in una chiazza nera nel bianco perché sono queste piccole cose che mi danno da pensare. L’affezione alla vita delle persone cui sono legato si fonde con la realtà fulminea di idee meno necessarie così ho costruito la materia di una parete e la fisica del sentimento ideativo. Disegnare il rumore sordo della formazione corrispondente all’iniziativa nella mente dei comandanti barbari alle guerre di primavera.

Il nome bianco dovrebbe essere una sottrazione per definire il senso di scavo archeologico del pensare che ho interrotto. Perché pensare è un’opera di salvataggi continui di copie delle copie via via differenti per uno o due tratti di colore aggiunti. I tratti hanno alla base la variazione del sentimento e la variazione dei tratti dunque è variazione di variazioni. Il pensiero umano è esponenziale, o non potrebbe essere. Penso un sentiero sopra un sentiero: si scrive costretti a raccogliere i passi come papaveri.

La parola copyright perché tutto pretende d’essere riconosciuto come proveniente da me. Un diritto ma un obbligo dopo questo lavoro che sembrava di scherzare. Invece non si scherza quando si vede che era iniziato con ciò che andava fatto prima di ogni altra cosa che avrei potuto fare. Cose qualunque ma che non avevo alcuna libertà di fare. Nel settembre 2010 è stato improvvisamente evidente che prima dovevo scrivere e provarmi a non tacere più quegli anni sulle spalle.

“C’è l’invasione arriva il bianco tra le righe nere della scrittura arriva e seppellisce annullando non fosse per un resto nel muro un gesto di rifiuto la screpolatura delle tue dita per un certo lavoro a tempo determinato che lasci sulla strada strascicandolo distratta”. Praticamente una regina con gli anni nel mantello che spazza la strada tenuto nella morsa di pollice e indice cammino simile a te sul sentiero di un sentiero. Scrivo e raccolgo i passi e nella mente ho il rosso di sempre.

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