la colazione di domani

Posted By claudiobadii on Apr 20, 2013 | 1 comment


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“Attrattori Luminosi Per La Colazione Di Domani”
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OPERAPRIMA

Il linguaggio ha misura di tanto e poco, dice i movimenti del pensiero, modula variazioni attraverso successioni di suoni, così penso tentando di concentrare l’attenzione su “Planetario” di Alfredo Cattabiani che chiarisce racconta e spiega “Simboli, miti e misteri di astri, pianeti e costellazioni”. La lettura insegue i segni scritti distraendosi dal significato. Le parole vengono distolte dal senso e affidate alle figure suggerite dal suono dei fonemi. Leggo che “la costellazione dell’Ariete, nella sua funzione di costellazione equinoziale, era succeduta al Toro nel 2220. Probabilmente furono gli Egizi a creare l’immagine celeste dell’asterismo(*) che culminava quando la stella Sirio, nella costellazione del Cane Maggiore, sorgeva, determinando il tempo dell’alluvione del Nilo con la benefica fertilizzazione delle campagne.” Seguendo i suoni non penso attivamente, la lettura è un ascolto irresistibile e imparo cose che diventano conoscenza, sono cose lette che entrano a far parte di me con naturalezza. L’alluvione del Nilo benedice certi giorni dell’anno con la fertilità e così l’onda di pensiero riconoscente invade campi di stelle legandone alcune tra di loro inventando una relazione tra eventi celesti, acquei e terreni. Per la specie la concatenazione ha senso, e si costruiscono asterismi tracciando segmenti di retta tra le stelle, creando poligoni che hanno nome di figura.

L’affetto generico ha in mente l’idea delle cose che benedice. Le figure piane, che traccia sul cielo riflesso nei suoi occhi, dissolvono l’anonimato. La mente àugure esprime, con scritti e racconti, i meccanismi causali favorevoli tra il disegno celeste e le alluvioni benefiche. Dio è capra toro e cane, animale benevolente. Dio è forse anche solo una stella del disegno, uno dei vertici. Il dio senza corpo galleggia come ombra di una stella. La specie al contrario ha la fisica del linguaggio. Dice “l’ombra di una stella è il tempo”. Il linguaggio della specie ha tanto e poco, ha l’entità del suono che si può far volare dalle labbra fuori e in alto. Ha l’impulso verbale. La specie ha l’enfasi respiratoria.

L’enfasi respiratoria è legata ad intelligenze contrattili che caratterizzano la specie. Quelle specifiche intelligenze contrattili sono diverse dalla forza muscolare. Sono sensibilità cutanee. Brividi che diffondono in superficie, dilagano e poi si ritirano come maree, e nel ritrarsi il pensiero che arretra prende forza, e quando dilaga di nuovo è per iniziare il decollo dei canti. La mente di tutti gli appartenenti alla specie riconosce gli dei in forma di cane toro e capricorno galleggianti in cielo. La specie legge, in un gruppo di stelle luminose, i vertici di un poligono in mezzo a un campo più grande di stelle poco visibili e astrae, dalla rigorosità dei segmenti che fanno i lati di uno spazio chiuso e piano, il carattere di una figura di cosa o animale o persona.

La specie attende l’alzarsi in cielo del tempo eterno. Le costellazioni sono trappole astronomiche con le stelle ai vertici. Leggendo distrattamente penso in forma di reti di pescatore le mie trappole di luce celeste. Disegnate somigliano un po’ a neuroni parzialmente accennati. Ma sono, esclusivamente, fiori che ho deciso di portarti. Due corolle leggere, da sistemare sul tavolo di cucina, per attrarre e attardare la luce di aprile. Mangiando qualcosa insieme in presenza dei fiori ti racconterò che non avevo mai pensato, non sapevo, che si potesse trovare il tempo di veder sorgere una stella. E tu?

(*)(In astronomia, un asterismo -o asterisma- è un qualunque gruppo di stelle visibile nel cielo notturno, riconoscibile dal resto per la sua particolare configurazione geometrica. Ad esempio, un gruppo di stelle luminose che appaiono come i vertici di un triangolo in mezzo a un campo più grande di stelle poco visibili è un asterismo.) fonte Wikipedia

1 Comment

  1. Ti volevo dire del rumore del mare, di quanto frastuono ci fosse nell’udire le onde da te a me. Forme strane negli occhi raccontavano di quando seduta su un sasso di notte guardavo in silenzio la luna. C’erano stelle quella notte, luminose e sparse ovunque, ma la luna a me pareva un gigante sorriso lasciato lì per essere visto. Rompeva il rigore astrale del cielo come la risata libera di un essere umano felice. Gli occhi sono proprio fatti per vedere le cose come realmente sono e per la fantasia di lasciarsi andare a ciò che c’è di più nascosto e bello dentro di noi. Mai ho creduto di potermi arrendere a poco solo per dovermi accontentare che di più non avrei potuto. Sempre ho creduto che, invece, con molto poco avrei fatto tanto per dare un senso a quello che sono. Anch’io come te. Tu sei una luna anomala stasera. Di una strana forma luminosa illumini il suono dei miei pensieri che non si fermano a oggi o a domani, ma urlano la gioia del tuo sorriso fra i nostri volti vicini.
    La mattina in mare è meraviglioso vedere sorgere Venere come stella anticipatrice del sole.

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