sulle tue mani imbrattate di vernice si vede la traccia di una estetica del tratto: susciti un interesse per il risvolto interno della tua giacca, amore di passare la mano tra il tuo collo e il bavero violetto del trench leggero primaverile, quieto silenzio liquido simile al dubbio incontenibile di sempre quando scopri che racconti un sogno che non aveva alcuna voce, nessuna idea di suono: e dunque poi forse parlare del tuo sogno non è neanche una vera e propria realtà corrispondente alla natura intrinseca del sogno in questione, e allora vieni a metterti leggera sul divano qua accanto agli altri (sottolineerei agli altri come te): vieni sempre con gli altri come te la sera, e la sera corrisponde al disegno chiamato ‘appuntamenti al confine’ o qualcosa del genere, di fatto una passeggiata nella gabbia dei leoni, a raccogliere un guanto caduto dalle mani distratte di un innamorato o innamorata che forse, pensi, l’ha fatto cadere apposta, per avere un’idea della tua incoscienza
riflettendo sulla parola ‘incoscienza’ che ho appena scritta mi sembra un obbligo di scienziato, ma magari mi sto sbagliando, di essere più attento ad indagare se c’è: -un linguaggio o un modo di interpunzione del linguaggio -una regola delle pause e dei silenzi -una successione di tratti vitali corrispondenti, che almeno possano rintracciare l’esistenza di segni di… insomma indagare se è vero che il pensiero che indaga sul pensiero (fai conto l’interpretazione dei sogni) sia soltanto una attività mentale che procede illusionisticamente in affabulazione, e allora decidersi a cercare in corrispondenza dell’immagine alla sua origine che è origine dalla realtà materiale
perché si sa che il versante di origine dell’immagine è la fisica della attività subatomica che sottende la chimica della funzione mentale… le tue mani affondate nella materia bianca opaca suggeriscono alla scienza delle parole che il linguaggio, per oggi, si è esaurito: e da quell’esaurimento si è generata la fisica del movimento: quando dentro il tuo computer l’elettronica ha generato una musica per una volta era mezzogiorno in anticipo quando all’improvviso ho capito, a modo mio, che la musica non implica alcuna romantica acquisizione di parole ulteriori e ti spiego: la musica -se metti al centro ‘stamani’ (come se ‘stamani’ fosse un filo di calce sul pavimento non lasciato cadere a caso bensì intenzionalmente)- sta di qua e il linguaggio sta di là dal filo di calce sul pavimento e allora non si può dire niente della musica perché la sua natura è di verso opposto al linguaggio, in quanto il linguaggio vuole liberarsi dell’immagine andando avanti in parole per indagare con il pensiero sul pensiero e fare la filosofia e la politica e la poesia e la retorica e la cultura (e anche purtroppo la violenza della confusione)… mentre la musica vuole tornare alla materia originaria senza immagine, al pensiero che non diventa pensiero verbale: e, seguendo il filo della storia in corso, poi noi abbiamo la realtà fisica del suono, che è il ‘non diventare’ pensiero verbale del pensiero, e in questo perdurare del ‘non diventare pensiero verbale del pensiero’ abbiamo il tempo, cioè noi abbiamo il tempo come l’accadere di un non accadere: e sarà per questo che la musica è un fenomeno sempre molto imbarazzante ed è sempre ‘molto imbarazzante’ parlare di musica, perché mentre noi parliamo della musica la musica va dalla parte opposta, perché noi andiamo verso la morte, avanti nella vita, mentre la musica corre verso la propria origine, verso l’attività alla base del pensiero che è una funzione, che non è altro pensiero, non è un precedente pensiero, perché è la nascita…
così ‘stamani’ può essere ‘luce’ e allora è simile alla fisica del suono, o può essere ‘linguaggio’ e ‘parole’: ma in questo ultimo caso, seppure sia un fenomeno acustico, è un fenomeno acustico la cui ‘intenzione’ reale, cioè la cui composizione attuativa va via, esce e si libera di noi: il linguaggio che vuole esprimere con presuntuosa passione questi pochi minuti di ‘stamani’ si libera di noi mentre noi fuggiamo dalla nostra nascita, mentre al contrario: il movimento di arresto, e la decisione di sedere appena un poco più bassi del dovuto per battere sui tasti, e i momenti quando diciamo devo andare … ebbene quei momenti -cioè quei gesti- vogliono dire proprio che si deve andarsene dalla confusione delle parole, dalla malattia delle parole confuse che credono di perseguire il pensiero pensando altro pensiero, e nel far questo invece perdono le tracce dell’origine di esso: la fisiologia della funzione mentale sta in bel altri gesti che hanno a che fare con interruzioni con cesure e con discontinuità: essi, questi ‘gesti’ inattesi e nuovi, ci trascinano dove regna l’umanità in forma di vitalità, di funzione intrinseca della biologia cerebrale umana….
la vitalità che non ha immagine è, rispetto a noi e alle nostre seducenti chiacchiere romantiche, sull’altro versante, e, se non proprio all’origine dell’immagine tuttavia dentro la materia, in quello che si può dire il regno fisico nel quale si svolge la funzione del pensiero…
il pensiero mette le mani nella calce bianca e lascia cadere intenzionalmente una sottile riga bianca sul pavimento e trova la serie di parole rivolte non in avanti e non verso i tuoi occhi: il pensiero si rivolge alla materia da cui si origina, trasforma il riflesso dei tuoi occhi indicibili nell’ardore di guardare la poesia delle particelle componenti le cose…
il pensiero può pensare la realtà materiale da cui nasce la propria medesima natura di essere realtà non materiale, amare senza parlare d’amore: nella realtà materiale la funzione è una attività subatomica che sottende la chimica della funzione mentale…
Origine Materiale Della Vita Mentale è appena ho avuto la certezza che dovevamo tacere il grigio del cielo di smalto e andare via dalla civiltà del linguaggio e della cultura, verso la vita alla nascita, agire il pensiero non verbale che fugge dall’evento (istinto) di morte… arrestare l’istinto di morte è la fisiologia del pensiero umano: in questa fisiologia del pensiero tutti noi siamo specie: la funzione specifica di opporsi naturalmente all’istinto di morte è la qualità dell’io della nascita anche se la pedagogia non ha mai parlato così, non ha mai usato queste parole.
28 maggio 2013
I’d like to tell you of
All my dreams
Tonight the moon’s red
The sea shouts your freedom
Belive me
My desires run across
Your eye’s bend
I look for the connection
Betwen sound and silence
Into words’ stream
Women stand out
Against far horizons
The wind is blowing hard
Along the coast
Violent waves are breaking
On the pier
Concavity and convexity
I don’t know
If you and me will sing together
But….
I feel in my heart
that something has happened
so often with you