il volto del padre

Posted By claudiobadii on Ago 4, 2013 | 2 comments


spigoli

“Appartamento Al Sesto Piano”
©claudiobadii
per
OPERAPRIMA

Niente affatto semplice. Non aver avuto un padre. Ai figli solo libertà. Nessuno può dare quel che non ha. Troveranno il modo per un certo tipo di felicità. Una felicità filiale non sarà stata possibile. Un angolo luminoso. Dalla cucina inquadro il corridoio. Le figure amate si succedono allo specchio. È prima di uscire. L’angolo del muro taglia la visuale. Dietro le figure c’è il rettangolo della porta. Resto fuori dal tempo. Non c’è posto. Senza un padre molte cose paiono sognate. Serviranno generazioni. Per ripristinare una capacità. Questo lavoro è un accenno. Le singole parole lo sono. Il problema dell’assenza. Senza un padre. Quasi tutto vuoto. Non si sa quasi mai cosa regalare. Tutte quelle vetrine. Le vetrine sono piene di fascino. I nostri occhi. Noi siamo la città. Per vivere è necessaria una teoria. Al posto dell’assenza. Nella buca scura in mezzo ad un campo. Figura di un vuoto. Creazione di una rImmagine. La vetrina colorata. Il volto del padre. Vietato chiudere gli occhi è la cura. Una teoria. Per chi non ha avuto un padre. Niente sarà semplice per lungo tempo. Una teoria è meglio che niente. “Linguaggio. Scoperta. Cura. Conoscenza. Separazione”. Una splendida teoria. Ai figli libertà come il pane da mangiare. E mare da mattina a sera. Scoperta. Cura. Una splendente teoria. Il mare di parole. Che non sarà una allegoria. Che non sarà mai una bugia. Leggerò io per voi. Sarò io il padre che legge. Saprete costruirvi la felicità. Anche se ho solo le parole della teoria. Pur sempre una teoria e non un padre ancora. Forse. Si viaggiava assieme. Le case erano pezzi interi della scoperta. Louvre. Prado. “Andiamo via. Andiamo alle vetrine colorate”. Già. Il volto del padre. Dovevo capirlo. Niente ê facile essendo cresciuto senza un padre. Teoria. Un mare di parole. Pur sempre una teoria. La teoria denuncia la madre anaffettiva. La madre anaffettiva non è un buco nella terra del campo. Impedisce di realizzare l’immagine. Di creare la possibilità difficile ma non impossibile di una guarigione. Di fare, dal vuoto determinato dell’assenza, una immagine paradossale ma miracolosamente curativa. Perché la madre assente è … Presente! Per dire, silenziosamente, che una immagine diversa dalla figura percepita di lei che sorride sarebbe una idea folle. Una tragedia. Un dramma.

Venne la teoria. Miracolosamente venne la comprensione.

Una chirurgia di sangue. Il buco nel torace non era per uccidere. Niente è facile per chi è cresciuto in assenza del padre. Niente è impossibile tuttavia. Giravamo l’Europa. Le città del continente. “Andiamo alle vetrine. Andiamo via dal Prado. Dal Louvre. Dal Museo Picasso. Andiamo via dalle grandi costruzioni”. Andammo al volto del padre. Volammo lontano dalla perdita che diventa impotenza. “Lascia trascorrere gli anni!”. Ecco l’ho fatto. Ho chiamato lavoro i vostri trentacinque anni. I vostri trenta anni. E i miei quarantacinque anni da quando entrai nella facoltà di Medicina e Chirurgia. Avemmo le città. Meglio delle parole. La teoria era per tutti coloro che non avevano più traccia del padre. E non avevano possibilità della madre perché la madre sarebbe stato il suicidio. Avemmo il mare come il pane da mangiare. Restavamo sempre al mare. Non ci scottavamo mai. Eravamo persone strane con tutta quella esuberanza. C’erano le parole che tenevo per me. Era la teoria. Io lo dicevo della teoria. Forse male lo dicevo. Sembrava che mi guardassero come fossi pazzo. Non importa, tanto si capisce solo molto tempo dopo. Ora capisco il vostro amore per le vetrine. Il volto del padre. E siamo andati ancora una volta alle vetrine. A specchiarci in quei vetri trasparenti dove resta un ombra del volto di chi guarda. E squadrando le figure dietro quei vetri immacolati l’ombra del mio viso mi ha restituito un padre. Non quello che cercavo per me. Quello che cercavo per voi. Non devo più nulla a nessuno. Adesso posso riprendere un discorso iniziato tanto tempo fa. Prima di scoprire la necessità della teoria. Perché senza di essa sarebbe stato l’omicidio. 

2 Comments

  1. Prendersi la responsabilità di avere un linguaggio consente di recuperare tutto quanto. Il recupero dei volti, padre e madre, consente di ripristinare la funzione di parlare. La possibilità che viene consentita è quella di abbandonare la rabbia per assumersi la responsabilità del linguaggio recuperato. Niente affatto semplice. Tutto quanto! …dopo che si innesca un’irreversibilità.

  2. Lo so, questa canzone è scontata e retorica, ma voglio immaginare che siamo tutti lì a tirare fuori la voce e a cantarla.

    http://youtu.be/-6XeKpRMaLI

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