figura n.3

Posted By claudiobadii on Lug 6, 2015 | 1 comment


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  1. Ci sono amori spropositati, di uomini e donne, di madri e di padri, amori di figli, fratelli e sorelle pronti al lancio di parole che sono gigli bianchi affilati: ‘’Ti amo da morire’’.

    Certe forme di stare insieme, di tenersi fra le braccia sono giusto il pretesto per non occuparsi di se stessi e delle proprie incapacità, delle proprie concessioni alla felicità.
    Sono i gigli candidi senza spine che feriscono le mani degli ingrati.

    Dall’altro capo del filo, sul fondo dell’orizzonte ci sei tu, che sorridi e mi urli perché ti senta.
    “Ti amo da vivere! Ti amo da ridere!”
    In un No si salva un pezzetto di te, si salva un pezzetto di me.

    Le immagini di altri uomini e altre donne si formano piano nel luccichio della linea all’orizzonte.
    Da quelle mani scende il sangue che si è raccolto perché non andasse perduto. Scende a bagnare la terra quasi come se potessimo pensare che la vitalità si ricrea, una funzione che si rigenera ‘ogni volta che…’
    E non c’è spreco.
    Una vita intera non è spreco. E occorre comunque ogni volta andare a riprendersi il proprio tempo.

    Sembrava tragico il rosso e invece tragico era implorare di essere amati, dovendo poi ricambiare col prezzo della vita altrui o della propria.

    Donne e uomini diversi ballano sulla linea d’orizzonte. Non una Fata morgana ma la sensualità di una linea sicura che mi racconta oggi senza le parole cosa fosse allora per me la tua voce nell’orecchio, quando inerme e completamente dipendente da te, respiravo solo te nella luce del mio primo anno di vita.

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