minimalismo erotico metafisico

Posted By claudiobadii on Gen 19, 2016 | 1 comment


minimalismo erotico metafisico

minimalismo erotico metafisico

Minimalismo erotico metafisico. Avvicinarsi alle cose difficili fino a che non diventano facili. Rischiare di ridursi all’estenuazione accoccolati sul marciapiede nell’angolo del palazzo che stringe la prospettiva. E non fuggire, anzi, sfruttando le fughe percorrere centellinando i millimetri, contare uno ad uno i pigmenti delle rosse molecole di sabbia impilate su altre molecole.

La notte sgranare gli occhi sulla parete della cattedrale di buio, pregare con il rosario della tua pelle sotto le dita. Una sfoglia di passi leggeri protegge le piante dei piedi da scorpioni e serpenti sommersi sotto la superficie del mare di sabbia.

Sebbene sia infinito l’orizzonte sotto lo sguardo senza ostacoli, non è questa la tela dei noti esterni dei pittori metafisici. Il cielo notturno sul deserto di nero lattescente è una solitudine di grado inferiore che non si avvale di manichini ciechi o di ombre di edifici vuoti o di treni su viadotti desolati.

C’è una solitudine non disabitata tra le dune. Nelle valli d’ombra si intravedono le silhouette allungate di futuri abitatori.

1 Comment

  1. Cambia fisionomia la parola solitudine. Tra qualche pensiero che lascia tracce leggere si capisce che non è disabitata. Anche l’amore prende forme diverse: meno romantico, più pratico: aver cura, proteggere, difendere (esserne in grado).

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