cioccolato in frammenti

Posted By claudiobadii on Giu 27, 2012 | 3 comments


 

La fisiologia della attività cerebrale. Immagine, mappa, configurazione neurale. I fisiologi parlano del tramonto definitivo del dualismo: mente – cervello. Il dualismo cartesiano. Intanto devo dire che la ragazza in prima fila ai bordi della pagina del libro accanto al campo in erba è stupenda. Occhi scuri. Le labbra rosse e ricche. Il naufragio del pensiero è inevitabile. Immagine, mappa, configurazione neurale. Studio delle architetture funzionali che presiedono alla mente che cambia.

Abilis. Erectus. Sapiens. L’irreversibilità si succede. La sapienza non è abilità manuale e postura conquistata, ma riguarda l’invasione di una terra, la coltivazione dei campi e la tessitura delle coperte e dei vessilli. Immagine, configurazione neurale. Mappe, cartografie di una funzione, conoscenza senza accumulo. Come quando amandoti non crescevo di niente pur essendo diverso. Mi hai costretto a crescere generando la mia immagine di uomo.

La formazione che cambia quello che siamo è alla base dell’identità. Le tue mani che esercitavano seduzioni diventano segni sui fogli di studio. La castrazione tuttavia non aveva leso l’identità sessuale. Bisognava approfondire la ricerca. Un professionista medico deve ricondurre la prassi della funzione del pensiero alla fisiologia. Non entrare nella valutazione dei modi pratici, non portare via certi modi con la critica che imporrebbe la sua propria etica. La clinica è difficile.

Bisogna abbandonare la presunzione di sapere ciò che andrebbe fatto. Dal momento che il pensiero è proprio la mente che è una serie di funzioni della biologia. Bisogna saper valutare ciò che l’altro è in grado di fare. Spingere il lessico con la scelta di certe parole. Quello si. Non puoi amarmi perché non sai amarmi. Ma non è vero che dovresti. E se ti terrorizza l’idea dell’impossibilità forse è a causa della mia sofferenza. Che forse è quando non trovo il disegno della distanza e della differenza.

E spazzo la sabbia con la mano distesa e cancello i segni fatti in precedenza con il legnetto storto bianco appena spellato come un ossicino del pollo  saporito. Così si può forse alla lunga ricostruire non la storia ma la capacità di creare storie. La cura consente di riprendere a narrare. Non scoprire la verità. La verità non cura e non ha mai curato. Neanche l’amore cura. La prassi medica cura. La religione che promette non sappiamo che faccia. Forse confonde. Molti si affaccendano con le parole attorno ad un sentimento.

La mente è un succederai di architetture una città di estensione quasi infinita di funzioni coesistenti. Passeggiamo per mano. Io sono la tua immediata periferia. I sobborghi di te. Tu sei la stazione, il prato fuori dai viali e l’argine dell’autostrada. Le parole d’amore e di richiesta di baci sono i fari che sfrecciano spinti dal vento. Il vento ci sconvolge. Che si accetti o no siamo bandiere. La mente effervescente è il ponte della nave che sostiene le antenne.

A volte ti arresti. Allora il sapore delle nostre pizze ci confonde e diciamo ti amo sedotti dal pane caldo. È fisica dell’amore. Il pensiero è anch’esso fisica. La fisica ha due cose che studia. La composizione della materia e il moto delle componenti la materia. La luce e il campo magnetico e poi elettromagnetico e poi i livelli di distribuzione delle energie e poi la visione diffratta delle particelle che forse sono sistemazioni particolari e distinte al di fuori del pensiero che però nel suo tentativo e procedimento interno di comprendere ha meccanismi di azione identici alla fisica delle cose fuori del pensiero.

La fisica dell’amore ha questa componente di simpatia tra noi; te e me. Certe cose possiamo dirle semplicemente. Ti amo. Sei fragrante di farina. Poi ci perdiamo perché succedono, come in una città infinita per estensione, infinite espressioni. Cresciamo sotto i nostri occhi e non c’è che il modo di tirarci addosso reciprocamente fino all’adesione. Poi….

Nello stradario della cura i percorsi possibili si capisce sono circa uno al secondo. Le pause ci travolgono. Hai sognato onde. Sono i silenzi. La libertà quando ti lascio andare. Le scale che scendi. La tua irriconoscenza. La farina con gli altri. La colpa delle impronte nella grotta. La psichiatria ufficiale si arrabatta. Non si può dire meglio. Neanche prova: stenta: ferocemente. Non ha ancora la fisiologia. Al massimo trasferisce la poesia nella ricerca degli schemi di azione biologica.

Bisogna essere intelligenti e creder alle favole. La mente è materia profonda. Antica. Tracce non abbastanza elaborate. Primo anno: anticipazioni ma invece forse estrusione della gravidanza tra le braccia di un altro o altra come fosse un utero differente e nuovo. Cioccolato in frammenti. Nel latte. Poi ti dico: passeranno anni. Interpretazione: prova a inventare.

3 Comments

  1. “La mente è un succedersi di architetture una città di estensione quasi infinita di funzioni coesistenti.”
    “Nello stradario della cura i percorsi possibili si capisce sono circa uno al secondo.”
    trovarsi, incrociarsi, incrociare le mie funzioni con quello che viene dall’esterno, e poi fermarsi, scappare, amare

  2. Abbandonare la presunzione di sapere ciò che andrebbe fatto…abbandonare la paura della nostra fragilità e dei sapori salmastri possibili nei baci di una vita che va come va…e non come dovrebbe

  3. Abbandonare la presunzione di sapere ciò che andrebbe fatto. La cura della prassi medica. Sospiro profondamente l’aria che ricca calda e erbosa entra dalla finestra. La poesia che non si arrabatta, la poesia che, precisa di sapienti sapori, si mescola a tutto, proprio tutto quanto quell’incedere sopra le scale.

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