close to you

Posted By claudiobadii on Nov 6, 2013 | 1 comment


La temperatura delle scoperte ha il calore degli incontri. “Close to you” canticchio e il suono della voce si spande intorno come il profumo di una frittella di passione. O come le canzoni schiamazzanti durante gli incontri dei sedicenni al luna park. Nascita allattamento svezzamento visione dell’essere umano diverso hanno il profumo che avvolge il gazebo della carne alla brace. Faccio caso in quanti modi posso mormorare e variare la timbrica della composizione scrivendo e cantando. Nella musica, nella metrica della lingua parlata e nella composizione letteraria c’è sempre qualcosa di autonomo che è un ‘in più‘ connaturato alla neutralità delle leggi dell’acustica e alla fissità delle regole sintattiche e grammaticali. Musica scrittura e linguaggio possiedono una libertà di ‘aura’ e sono irripetibili le voci e i canti. Musica voci e scrittura ci si librano attorno come semi e pollini e non si saldano definitivamente mai più alla memoria musicale e alle idee pensata dalle quali vengono. “Close to you, appiccicato a te“. Le parole accostate hanno una forma leggera e indistruttibile e una direzione irreversibile. Questa libertà consente una serie numerosa e intransigente di interpretazioni e innumerevoli diventano i significati del discorso. “I mulini della tua mente” dice la canzone. Senti già il titolo ruotare, tuonare le macine della fabbrica chimica di ogni cellula. La moderna psichiatria si orienti alla scoperta dei meccanismi delle funzioni che generano il pensiero più che all’interpretazione delle figure perché comunque nessuna figura ha un significato unico e non può regalarci alcuna soddisfazione scientifica. La musica la letteratura la poesia e l’arte nascono precisamente grazie alla libertà di aura che si libra attorno a ogni cosa che sia ordinata e ragionevole. Si generano nelle aree di deriva. I teatri e le sale di concerti sono porzioni di mare nelle quali ci troviamo insieme confluendo durante le rotte di ciascuno e la nostra libertà ha una legge fisica che la consente. Vale e dura fin quando i parapetti delle barche sono in vista. Poi rientriamo nella solitudine degli obblighi e delle necessità.  Non si deve sbagliare fallendo i nostri sforzi: perché la biologia non può essere desunta attraverso la decifrazione della storia. La cattedrale d’aria dei Carmina Burana che pare soffiata direttamente dai mantici medioevali è una scenografia tempestosa, la perfetta messa in scena delle taverne inondate dal vino per le messe. Ma come sappiamo reinventare il passato è l’oggetto dello studio. Non dovremmo credere che il pensiero sia creatore di miti che costantemente ritornano. Il pensiero gioca con il passato portandolo in scena per avere la libertà di sognare altro. Da qui si stende il pavimento fatto con poligoni irregolari di materia inerte, che non pavimentano la via di accesso al non cosciente, semmai svelano al medico come funziona la presa d’atto della realtà fuori di noi e anche, ai limiti, di noi con noi stessi mentre viviamo. I sogni sono il segno della continua invenzione e non c’è nessun luogo dove potrebbero portarci. Magari c’è un ‘topos’ filosofico, un oggetto dell’ermeneutica, uno svago di sciarade, le mille e una notte di racconti come un tetto che ripara. Richiami tra soggetti che trascorrono da stanza a stanza. Ma resta, alla fine di ogni rapporto che sia amore o cura di una alterazione, che bisognerà saper vivere un coretto rapporto cosciente con la realtà per sentirci a posto. D’altra parte sogni non ce n’é mai uno uguale ad un altro. I sogni variano nei ricordi che noi abbiamo di loro mentre ci svegliamo, variano progressivamente come se stessimo continuando a sognar quello che essi sono stati. Da mattina a sera non smettiamo di sognare i nostri sogni nei buongiorno e nell’odio e nella passione e nel pensiero corrente nella corrente dei pensieri coscienti. Variano sempre e non abbandonano la costruzione delle architetture variabili delle passeggiate nella città e lo fanno con la libertà della musica della nostra voce che ci sussurra “Close to you” mentre poi (altro che appiccicata a noi!) essa si allontana e svanisce credo alla ricerca di una donna gentile e fuggitiva.

1 Comment

  1. Vedo l’intelligenza come terapia sana da coltivare, sempre. Penso si possa espandere e “coltivare”, anche contro l’oggettivo decadimento biologico (inevitabile). La funzione della cura è talvolta minata dalla nostra incapacità a riconoscere reale ed irreale. Questo è quello che cerco di risolvere e controllare.

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