dal lato dov’eri tu confino col mare intero

Posted By claudiobadii on Feb 2, 2015 | 6 comments


Fenomeni deterministici portano conseguenze imprevedibili. Razionale e irrazionale sono espressione di realtà matematiche. 0 1 1 2 3 5 8…. ogni termine deriva dalla somma dei due precedenti. Ma … dev’esserci lo zero, ed infatti siamo dopo il mille e dall’india arriva lo zero. Un niente è un entità discreta minima. E se c’è la minima entità non dovrebbe esserci lo zero. lo zero è un’invenzione e forse una rivoluzione.

(Si studi come sia che la successione di Fibonacci contiene la relazione aurea).

Tale armonica proporzione -nell’accostare le forme secondo certe relazioni matematiche privilegiate tra di loro- si realizza nello spazio geometrico: per esempio nella distribuzione delle distanze tra le colonne del Partenone. È espressa da un numero irrazionale che non può essere né un intero né una frazione (razio) con un numero definito di cifre decimali. Il numero irrazionale è discreto come entità ma da un lato sfocia nel mare. Il suo verso incomprensibile cioè il suo lato marino quella certa costola fluttuante si lega a PHI. E seppure le distanze nel tempio e nel palazzo costruito secondo la sezione aurea dei segmenti di misurazione, da sole possano essere misurate così distese a terra, proprio come posso percorrere con emozione il tuo braccio nella luce sulla sabbia… la relazione nella quale stanno, il modo con il quale alternano le loro disposizioni tra mare piano e cielo verticale, che ha conseguenze di armonia, contiene il difetto di una esattezza incalcolabile o di una inesattezza irrinunciabile. Esse riguardano (si occupano come ‘confini’ del) la parte inesauribile del mare: che esse ospitano su un fianco. PHI è il mantello di silenzio dei nomi delle cose che nascono nella specie umana senza uno stimolo di realtà fisica esterna ma semmai per nostalgia di quello che non c’è mai stato. Quelle parole sarebbero definizione della complessità biologica alla base della funzione del pensiero medesimo. L’anatomia composta da un numero finito di neuroni che insieme lanciano sguardi lampeggianti sull’universo sta in rapporti di sezioni auree ripetute nella rotazione dei giorni e nelle rivoluzioni secolari e millenarie. L’io molteplice per ciascun vivente è un radar che dilaga ovunque. La matematica è qualcosa di più che saette di cifre decimali senza arresto. E’ una sfrenata curiosità di chi sembra volere -soltanto- certificare tutto quello che sapevamo già. Ma, se c’è la curiosità in chi sa tutto di già, allora c’è anche lo zero in presenza degli enti discreti. Una cifra (zefiro il suo nome… aereo e volatile) che ‘si paga’ non per colpa d’espiazione ma col tempo che sviluppa una certezza anticipata e presuntuosa. Si paga con la costrizione sul limite. Si paga in punta di piedi lungo le onde ma anche sulla corda di acciaio trai nostri fenomenali grattacieli, col solletico alla pancia degli dei. La bellezza confinerà sempre, o almeno insistentemente, con una misura che non può essere detta con un fiato solo. Sarà necessario l’acuto dei soprani in coro sulla pianura che ad alcuni parrà il grido rumoroso del dio Pan. Il terrore dalla meraviglia. E viceversa. Umano inesauribile misura i propri approcci come misuro il cubito di sabbia di luce che hai lasciato (deposto), con un calcolo incosciente, nella forma ‘inversa’ della tua presenza. Il transito della luna. Le eclissi. La flessione dei raggi stellari. Zero la misurazione improvvisa della tua assenza. Differente il calcolo, sassolino tolto per contare il sacco di grano che hai portato con te. Che ti sia alimento la farina del ricordo di te che tengo nel cuore. Sei tu il fianco bagnato, quello dove la mia identità confina con le onde. A presto, non si sa mai.

6 Comments

  1. Grazie per il video…
    Aggiungo una cosa carina, dato che qui si comincia appena adesso a disimparare – di credere (e non solo di saper andare in bicicletta).

    ”Per mettere meglio in prospettiva il concetto di Singolarità, esploriamo la storia della parola stessa. ‘Singolarità’ è una parola che indica un evento unico con, beh, implicazioni singolari. La parola è stata adottata dai matematici per denotare un valore che trascende qualsiasi limite finito, come l’esplosione di grandezza che risulta quando si divide una costante per un numero che si avvicina sempre più a zero (…). Una tale funzione matematica non raggiunge mai un valore infinito, perché la divisione per zero è matematicamente ‘non definita’ (cioè, impossibile da calcolare). Ma il valore supera qualsiasi limite finito (si avvicina all’infinito) man mano che il divisore si avvicina a zero.
    Il campo successivo ad adottare questa parola è stata l’astrofisica. Se una stella massiccia esplode come supernova, i suoi resti alla fine collassano in un punto di volume apparentemente zero e densità infinita, e al suo centro si crea una ‘singolarità’. Poiché si pensava che la luce non potesse sfuggire dalla stella dopo che questa aveva raggiunto questa densità infinita, si è parlato di buco nero, che costituisce uno strappo nel tessuto di spazio e tempo. C’è una teoria che suppone che l’universo stesso sia iniziato con una Singolarità di questo genere. E’ interessante, comunque, che l’orizzonte degli eventi (la superficie) di un buco nero sia di dimensioni finite, e che la forza gravitazionale sia solo teoricamente infinita al centro di dimensioni nulle del buco nero. In qualsiasi posizione in cui possono essere effettivamente misurate, le forze sono finite, anche se estremamente grandi (…)”

    Per dire… A me sembra lo spazio bianco intorno a intrecci di parole simili la poesia.

    – La singolarità è vicina, di Ray Kurzweil

  2. Esattezza incalcolabile, i razionali e gli irrazionali si integrano come Yin &Yang e completano l’esatto, ma incalcolabile: come il mare.
    Il rapporto aureo è l’unico numero non naturale il cui reciproco e il cui quadrato mantengono inalterata la propria parte decimale. Certi numeri sono l’ombelico del mondo.
    Faux Amis e la matematica. Strumentale e relazionale.
    Braccia protese. L’abbraccio di sempre. Il porto. L’approdo. Sospirare e lasciarsi andare al pianto. Non difendersi più.

  3. Eppure per andare avanti con la sequenza occorre tornare a “raccogliere”il numero precedente..un sassolino,una sequenza di numeri..passi.

  4. Perfect day..Cappuccetto ha raccolto i sassolini di Calimero .

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