dalla realtà fisica alla realtà materiale

Posted By claudiobadii on Lug 15, 2015 | 1 comment


Eppure ai tuoi inviti non rispondo dato il niente palpitare. Cerco se (dev’esser certo un male che mi prende solo me) qualcosa sia cambiato. Prima: beh prima certo correvo. Mi precipitavo. Si e comunque mai, prima, conobbi queste flemmatiche reazioni. Adesso tum, tum, tum, il cuore imperterrito plana sui campi di spighe. Mi sistemo ben disteso: un uomo/razzo sfreccio parallelo alla curvatura terrestre, le braccia stese lungo i fianchi, che sfiorano il grano. Disegno (il pittogramma di) me parallelo alla pianura coltivata.

Ciò che tiene la sfera intima di me unita alla figura esterna del disegno è la corda chiara e pulita di un’idea di legame tra corpo e volo. La mia costante aspirazione alla leggerezza.

Mi pongo domande per le tesi future: cosa ci rende cattivi? cosa ci rende stupidi? cosa ci rende paurosi?

Non mi accontento delle conclusioni che sia natura umana sottile, finalismo razionalissimo, perfidia vantaggiosa, superiorità del raggirare. Ho scoperto che questa risposta è perché si è creata una confusione (si è voluto farlo apposta?) tra due realtà differenti.

1)Una è la natura armonica della fisica cioè la trama di eventi probabili che chiamano e riflettono al proprio contorno miriadi di strutture plausibili: esse fanno le cose fisiche e le cose fisiche addensate in ulteriori ammassi fanno la realta materiale.

2)L’altra è una cosa composta da queste realta materiali che fanno le parti di ogni ‘macchina’: nella macchina le forze vengono applicate su una parte centrale e da quella trasmesse ad ognuna delle parti componenti secondo leggi di prevedibilità delle conseguenze della forza.

Niente a vedere con il sorriso di accettazione amorosa e la smorfia di riprovazione malevola. Essi mettono in atto altre forze. Difficili da misurare. Ma di quali aspetti delle due realtà sarà il potere finale è scontato.

E così talvolta disegno. Oggi chissà per quale motivo è una figura parallela che si libra sul grano per dire un legame tra corpo e volo. Per tenere accanto a me un cielo di parole e nel cielo una nuvola d’acqua che piova e tolga il peso.

1 Comment

  1. propongo un libro appena letto…”IL GIORNO CHE DIVENTAMMO UMANI” di Paolo Zardi un’ingegnere a cui piace scrivere, “Qual’è il giorno in cui ci siamo sentiti umani?,quale l’attimo in cui questa vitale e spossante consapevolezza ci ha invaso?Perche’, in fondo, cosa ci rende piu’ umani della nostra fragilita’?

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.