etica personale e aumento medio delle temperature

Posted By claudiobadii on Lug 12, 2016 | 0 comments


Dopo un breve sonno pomeridiano pensai che non dovevo necessariamente uscire nel deserto infuocato di luglio per portare a termine l’impegno prefissato. L’armamentario di regole della correttezza si liquefaceva nell’illusione ottica del mare sull’asfalto surriscaldato. Il clima inusuale costituiva una attenuante morale sufficiente a ridurre di molto l’entità della condanna preventiva che spesso mi porta ad assolvere certi doveri senza alcuna bontà e al contrario solo per vile timore. Poiché nulla era cambiato fuori di me, deve essere stato il contenuto del sogno nel sonno che aveva cambiato me: per cui alla coscienza appariva più mite la sanzione etica della contravvenzione cui mi disponevo: restare al fresco della stanza e non uscire per alcun motivo. È da queste piccole cose che ricavo una scarsa stima verso gli sforzi intellettuali per assicurare alla gente muscolosi sistemi previsionali. L’interferenza sulla mia inclinazioni morale riguardo al dover compiere o meno una certa azione pomeridiana era infatti risultata radicale e decisiva seppur derivata da un intervento onirico di natura lieve e di contenuto ignoto: poiché per altro non saprei dire cosa avessi sognato.

So bene che la faccenda non riguarda che me ed una generalizzazione è arbitraria. Non di meno penso che al di fuori delle norme del codice civile e penale l’etica che regola i comportamenti quotidiani è (una questione) solo personale. E sarebbe altrettanto arbitrario farne una legge da imporre agli altri anche se (solo per il fatto che) si è certi che questa nostra etica, per qualche caso, ci risulta inalterabile.

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