i propri simili

Posted By claudiobadii on Apr 23, 2017 | 0 comments


“per gentile concessione”

Futuro è amore futuro, passato è amore passato, presente è lei ora. Il resto è attesa, preparazione, fortificazione, convalescenza, ionosfera: e ali, e piume.

Il tempo è la freccia scagliata da dio. Provoca turbamento nei pensieri e scuote i corpi nel sonno.

I sassolini lungo la spiaggia stanno in successione casuale lungo i fianchi delle giornate. Leggo nomi di specifiche persone sulle facce irregolari: bianche, grigie, rosa, rosse, antracite, nere, azzurre, sabbia, verdi. Schizzano rotolando ad ogni onda.

Incontri non trascurabili. Passioni di un abbraccio. Perdersi per un’allusione. Amarti per sempre ora che non c’è più abbastanza sempre da prometterti: e risolversi: e in silenzio scostarsi. Far finta di aver capito per fuggire il ridicolo.

Disegnare corpi e volti poi distruggere le figure: scegliere il cubismo poi l’astrattismo poi l’arte concettuale per non svelare passioni tardive. Ad un certo punto, dopo lunghe traversate, nel mondo nuovo, su un triangolo di specchio sufficientemente grande seppur non intero, si prendono ciocche ribelli di capelli e si tagliano da noi, ridendo al frammento di volto riflesso nel frammento lucido e tagliente. È il sorriso della solitudine.

La somma degli angoli interni del triangolo tra le dita non torna mai uguale a se stessa. L’amore non entra mai esattamente nella figura piana.

Allora nasce l’idea della scrittura. Una linea frastagliata che esprima l’irriducibilità della vita mentale a qualsiasi forma di rappresentazione figurativa che abbiamo mai escogitato.

Sassolini colorati lungo i fianchi del giorno. Tunnel che portano a relazioni erotiche: geroglifici: espressioni della divinità dell’uomo: scritture dell’invisibile della mente sulla materia bruta per resistere a tutto evocando alla passione reciproca i propri simili dispersi e silenziosi. ([email protected])

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