il ragazzo cieco

Posted By claudiobadii on Feb 12, 2011 | 2 comments


il ragazzo cieco

Poche righe. Un certo numero di respirazioni complete. Il paragrafo ha una fisiologia che lega l’organo e la predica. Il suono artificiale e la voce. Ci vorrà tempo a ricominciare. L’ idea di dio è l’astronave degli ultracorpi che occulta il proprio orrore.

Perché la letteratura non sia un comandamento. Perché il linguaggio non sia una preghiera. Sono finalità di superbia. Siamo appena usciti dalle tasche cieche di un gesuita segaligno. Chissà che ci crediamo. La superbia non è peccato, è suicidio.

Non più di tre righe. Metodi da infiltrati, da esercito di liberazione. Per non essere localizzati: la sintesi. Le mani sulla tastiera come nella terza di Rachmaninoff. Ogni mano dieci dita. Due armonie in guerra da suonare. La coscienza sarebbe la morte.

Lo studio ci ha resi capaci, alla fine. Ciò che è specificamente umano non affatica. Leggere, scrivere, parlare: con tutti. Trovare da dire. Non ripetere. Scegliere il deserto: il mondo della polvere ocra senza guadagno dell’eco alla voce.

Il deserto, nel suo niente, porta via e porta via. Nel gioco cadevi indietro e dovevi fidarti. Alle spalle la forza dell’amico. Delle sue braccia. La forza -si misura così- è uguale alla certezza del cieco. Il pensiero è un ragazzo non vedente di una bellezza mai vista.

Il pensiero umano è un ragazzo cieco che non teme il buio della materia.

Ha la pelle sana. Per via della polvere. La polvere secca del deserto -che il giorno è ocra e la notte annerisce all’improvviso- sospesa nel buio. La fisica della polvere ha poteri di guarigione -perché da sempre subisce quelle drastiche variazioni di colore.

Il deserto è dove andiamo ad aspettare. Noi sappiamo aspettare. Solo gli esseri umani aspettano davvero. Le donne dei nomadi dicono che aspettare è quando l’immagine di chi è andato lontano si lega al tempo e crea la parola ‘coraggio’.

Era notte nel sogno ed e’ notte al risveglio. Il sogno del tuo seno nella mano fa la differenza da ieri. Fa il tempo. La polvere nera del pensiero è polvere da sparo. Ogni notte la polvere nera del pensiero può esplodere nel sogno e illuminare la coscienza.

Il pensiero, il deserto e l’attesa.

L’attesa è metafisica delle piazze. Folla di manichini. Nero delle loro ombre. Restare in equilibrio su  ‘quasi niente’. Il niente che resta dopo ogni sottrazione che non sia rubare. Quando aspettiamo. Se sappiamo aspettare. Ci possiamo reciprocamente levare la malattia.

2 Comments

  1. Gocce di rugiada profumata
    sulle labbra del mio pensiero

  2. apperò….

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.