in assoluta coscienza…

Posted By claudiobadii on Feb 16, 2012 | 1 comment


in assoluta coscienza…

tutte le cose che mi hanno cambiato mi sono ignote poiché neanche loro, adesso, sono più uguali a prima. adesso mi viene alla mente di riferirmi, tra quelle cose: -allo sviluppo dell’immagine della parola ‘collettivo’. -alla necessità di orientarsi nella espressione delle organizzazioni delle democrazie che regolano la vita plurale. – e se valga la pena di precisare che plurale non è direttamente sociale. – e se lì, nello spazio di separazione tra le due cose, l’immagine di un quid da aggiungere per realizzare una collettività sia decisivo e inevitabile.

così pensando -come camminando a fianco di qualcuno- evito almeno di vegetare. almeno. non saprò mai se sia andato oltre. adesso non ci sono più le mosche fastidiose sugli occhi. adesso si lotta con la confusione culturale tra natura e natura umana. il sogno dell’umiliazione da togliere e redimere, e dello scorpione di profondo azzurro sulla lana notturna, da rischiare. adesso non c’è scandalo a correre a perdifiato col cuore che scoppia durante la ricerca. si sa, in assoluta coscienza, che si potrebbe lasciarci gli occhi, e gli anni, e la pelle delicata dei palmi delle mani, e l’allegria. nessuno ci costringe. forse la domanda se l’idea sia la vitalità delle cose pensate. se le cose pensate sono realtà derivanti dalla prevalenza della biologia. se cioè, in precedenza, la biologia genera il pensiero. e se l’immagine sia quel pensiero che è immediatamente -in un primo tempo- privo di figura.

questa modo della vita mentale, che si esercita priva di percezione attiva delle cose esterne, fa il ricordo del sogno e la rappresentazione di cose che non esistono, che non esistevano prima e che non potevano dunque essere percepite poi sognate: il sogno non è il ricordo.  l’idea è per la vitalità della natura del pensiero. la natura del pensiero è di non arrestarsi quando sparisce lo stimolo esterno. allora il pensiero, in assenza dello stimolo esterno, dà voce e diritto al soggetto. o permette di affermare la soggettività come naturale (fisiologica) emancipazione dal pensare solo alla sopravvivenza. abbiamo definito realtà quel di più di pensiero. più precisamente abbiamo detto realtà psichica. non sapendo cosa altro inventarci, per differenziarlo dalla attività mentale auto-consapevole.

c’è un rapporto tra la soggettività, la realtà psichica e l’idea dell’io come funzione mentale di sé che risulta riconoscimento accettazione ed irrinunciabilità. nella relazione tra le persone si svolge un gran parte degli approfondimenti necessari alla conoscenza di questi aspetti della vita umana. la relazione è un ambito fondamentale della ricerca antropologica di base. senza averne idea cosciente, nelle relazioni, si attua la critica delle differenti posizioni della cultura nei confronti dell’idea di struttura psichica, e degli ambiti della sua variabilità. senza averne idea cosciente ci si domanda sempre, gli uni con gli altri, se c’è una fisiologia del pensiero nella nascita. se la vita mentale senza coscienza, nella veglia del bambino tra le nostre braccia, nella sala del parto, sia umanità non deficitaria. se c’è una possibilità di immaginare il pensiero neo-natale come fondamento del pensiero cosciente.

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1 Comment

  1. bruciano le mie labbra come se avessi a lungo baciato quelle aride e calde di un uomo

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