la civiltà di fondazione e i gradi diversi di sviluppo della storia

Posted By claudiobadii on Dic 23, 2012 | 0 comments


anita e evita

il sonno e il sorriso

Il ragazzo ha una tara congenita.” disse l’abbè, seduto dietro la grande scrivania di mogano mentre accarezzava uno dei gatti che vagavano per i terreni dell’istituto. Mi spiace dirlo, ma è un’idiota, e non perché è stato abbandonato, ma un vero idiota, un cretino, ed è stata l’idiozia la causa del suo abbandono.” (T.C. Boyle – “Il ragazzo selvaggio” – Feltrinelli – pag.70)

Non idiota perché abbandonato ma abbandonato perché idiota. Così del piccolo selvaggio trovato nelle foreste francesi alla fine del 1798. Capovolgimenti. Realtà della differenza estrema. Fino all’offesa di una ingiusta natura. Come bellezza e bruttezza. L’arte cerca di coprire questa disperata e chiara conclusione sostituendola con metafore simboli e allegorie.

Ma la bellezza risiede nella inappropriata smisuratezza della realtà umana ed è regista incontrastata dell’ultima scena: nella quale si svela e si strappa. Cadono le tele, e le quinte dei balletti e delle opere liriche o sinfoniche si gelano. Gli interpreti cadono in un sonno magico come commensali col volto nella crema delle torte.

Lo spegnersi delle macchine, l’arrestarsi dei movimenti, lo sfarfallìo di insetti volanti multicolori nel quale si sfarinano affreschi marmi e pitture- tutto questo avviene in un finale concitato e precipitoso di irresistibile umorismo, da cinema muto.

La bellezza è (nel)la realtà umana. L’arte è una cosa diversa dalla bellezza, tanto che dell’arte si può tranquillamente fare a meno. L’arte può essere lasciata ai margini perché è allusiva (impotente) a persuadere alla ribellione. Non è vero, al contrario di quanto si pretende, che sia lei -l’arte- offesa e vilipesa e resa impotente da ottusi insensibili reazionari.

È che, seppure l’arte non abbia alcuna bellezza intrinseca, comunque non potrebbe mai farcela a portarci alla trasformazione sociale politica e intellettiva, perché, proposta a simbolo, essa è offerta come bersaglio dell’attenzione confusa.

È l’arma dei borghesi, il loro paravento, per annullare il dato niente affatto consolante della bellezza sempre diseguale negli esseri umani cui essi, i borghesi, che proprio in questo sono borghesi, oppongono la falsa democrazia di una uguaglianza naturale di cui l’arte sarebbe testimone per via della sua universalità. (Falsa universalità perché l’arte non è mai stata resa fruibile a tutti, mai è stata diritto inalienato e l’hanno chiusa nei musei e nelle chiese e nelle istituzioni).

Resi infelici dalla promessa illusoria di una uguaglianza per natura, non faremo più una rivoluzione. Faremo la reazione confusa. Avremo il pane e il museo e ci sentiranno forti ma più rabbiosi che mai. Per non soffocare durante la notte dovremo smettere di sognare il fallimento. E siccome non ci sarà possibile smettere, chi ha il potere culturale di presiedere all’ortodossia cambierà l’ortodossia specifica dell’interpretazione dei sogni di fallimento. (Freud: la natura umana è mordere e ammirare.)

Due giorni fa, la prima ora di vita, gli occhi spalancati, il sangue sull’addome, le braccia arrese senza malizia. Due giorni fa l’alleanza tra vita psichica (nello sguardo acceso)… e. (nelle tracce di sangue), la forza femminile. In quella circostanza si può solo arguire che sorrisi e accoglienze siano variabili, differenti per ognuno. Solo arguire, aprirsi come melagrane mature al pensiero che: difficilmente potrà essere universale la comprensione (cioè l’intelligenza).

Oggi: il sorriso a guardia del sogno. Sono rivelate -nell’immediato dell’accadere di certi fenomeni, nelle immediate circostanze attorno a cose che avvengono-: 1) la civiltà di fondazione che si trova nel nascere e 2) i gradi diversi di sviluppo della storia che ha preceduto il nostro venire al mondo.

L’altra sera: la foto di una neonata con gli occhi aperti. Che tra l’altro, per la miseria, contraddice la faccenda del chiudere gli occhi alla luce e al freddo della nascita, la realtà fisica che dovrebbe esserle odiosa e sconcertante … E invece: guarda là !!.

Stasera: quanto accadeva poche ore dopo. La civiltà di fondazione e la misura del grado di sviluppo dell’accoglienza nella storia precedente la nascita. Oggi cambio e mi metto a considerare, per quel che vale, nel sorriso, la storia di chi attendeva senza sapere.

Stasera bisogna dire, d’altra parte, che dovrei essere perdonato per questa immagine idilliaca, perdonato anche dagli inguaribili invidiosi. Perdonato o almeno compatito, perché stasera è facile pensare, perché è la domenica che precede domani, e domani non è un giorno qualunque, domani è il giorno in cui faremo festa con gli amici.

Oggi la foto di attimi che seguirono una non confusione sull’inizio. Le future possibilità.

L’altro ieri la foto della transustanziazione (dio mi perdoni) del sangue delle stragi e delle conquiste, argomento dell’articolo di allora, nelle tracce rosse di sangue sulla pelle di una bambina.

Il sangue nel caso del travaglio, pensavo, non è simbolo né metafora né allegoria: deriva dal passaggio nel canale del parto (i tessuti sono feriti dalla loro propria dilatazione mentre la donna lascia libera la ragazzina). Il sangue non rimanda al male e non deriva da una malattia.

Nel guardare quel sangue sapevo con chiarezza che, nel lungo periodo, sarà possibile liberarsi 1) del rigore freddo del battesimo e 2) della nebbia della confusione clinica. Potremo distinguere, nominandole diversamente due dinamiche del pensiero: l’ irrealtà’ dell’idea di entità spirituali, che è annullamento, dal non essere delle approssimazioni scientifiche che esprime ed agisce il fenomeno della negazione.

Oggi: guardo nella foto gli occhi spalancati che custodiscono con distratta impertinenza e civetteria gli occhi chiusi nel primo sonno della vita. Ho scelto la foto mentre mi chiedevo “chissà con chi passerò i prossimi anni…” I prossimi anni sono gli anni proprio dopo questo istante che è l’istante in cui nasce questa domanda con la quale dunque esso si identifica.

Una domanda è anche un tempo innegabile.

La vita del pensiero non cosciente ricomincia sempre e sempre differente secondo la comprensione che trova negli esseri umani. Secondo i livelli dell’intima bellezza (non secondo la qualità artistica) di chi si trova ad attendere le nascite dei parti. Non scontata (non universale) e non uguale è l’intelligenza dei fenomeni stessi di ‘emergenza’, ‘ nascita’ e ‘scoperta’.

Non sono scontati (non naturali), e non sono uguali, comprensione e affetto relativi a ciò che ogni volta immediatamente siamo nel proporre un’idea che non eravamo stati capaci di pensare prima di adesso. Non vorrei mai più essere troppo solo nel procedere fluente della ricerca.

Ma capirò se non sarà possibile sortire effetti diversi dall’isolamento per via di quanto ogni volta mi accade, durante ed a causa della ricerca stessa, di dire.

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