al tempo dei nostri momenti più belli, Metropolis

Posted By claudiobadii on Set 26, 2012 | 0 comments


Forse l’ascolto delle parole implica una maggiore quantità di coscienza e allora la scrittura, una volta letta a voce alta, deve essere spezzettata e aggiunta e ricomposta. Come se ci fosse necessità di rappresentare con figure quanto ascoltato nella voce dell’altra per (ri)trovare l’immagine dalla quale era derivato.

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.