le prossime democrazie

Posted By claudiobadii on Mar 6, 2013 | 0 comments


bonoli1

amore e psiche

Vedo il tuo viso ogni sua linea. Ho visto le cartacce volare come polvere di storia. Ho visto lo stupore di quelli come me e mi sono commosso. Il tuo viso ogni sua linea ruotavano sull’asfalto del mercato. Ho immaginato il nostro amore come ciò che non è mai stato. 

 

Ho visto il pensiero amare ciò che non è mai stato, ciò che è stato solo immaginato mentre non era. Il pensiero ha immaginato cose possibili nel bel mezzo di una realtà che non le contiene. Le cose che il pensiero ha immaginato sono realtà che non si erano potute percepire. Ho immaginato l’idea di noi con una sicurezza che mi permette di non pesarti sul cuore con i miei dubbi e le mie aspettative. 

 

Le carte leggère degli agrumi sulla strada del mercato, che ora è deserta, sfrigolano leggermente e turbinano, e le stelle e il sole -stampati su quei pezzi di carta accartocciati e poi liberati dal peso del loro contenuto- fanno un mulinello degno di una cosmogonia. La strada delle tre è il piatto di una bilancia, e noi stiamo sulla piazza di rame verde-azzurro a dondolare una accanto all’altro protési verso il mare. 

 

Vedo ogni tratto del tuo viso riflesso sulla spiaggia di rame. Dio ha creato questo mare io ho trovato le parole. Dio ha ceduto alle parole e in principio non ci fu che mutismo. Le parole sono nostre. Prometeo ha rubato fuoco e inchiostro. Sulla strada deserta l’ombra proietta riflessioni sull’impreparazione e sulla frettolosità della creazione. Il tema chiede che si racconti la capacità di portare oltre il sesto giorno la prassi indispensabile a completare l’impegno preso.

 

Pensando al volto dolcissimo della professoressa di italiano della terza liceo scrivo che importante è sostenere questa evidenza: che c’è una impossibilità delle certezze anche al cospetto di prove decisive. C’è una irriducibilità del pensiero che non permette di tagliare la vetta del discorso alla misura miserevole della semplictà. La semplicità è un’arma di ricatto contro l’intelligenza. Non siamo uguali nella prassi e neanche sappiamo dove nasce il pensiero di ciascuna iniziativa.

 

Chi ci detta la scrittura? Quale precisamente è l’area delle decisioni di protestare e di opporsi? Mai vista una spiaggia di rame ma l’ho portata dentro la mia lettera pensando al piatto della bilancia che in certe rappresentazioni insensate della cosmologia antica è il mondo che si bagna nel cielo. So che era necessario per noi. Appena avuta l’isola dell’universo galleggiante ho preso te, me, e il mio modo di essere, e ho composto una cosa possibile. C’è un’area speciale per tutto questo?

 

C’è una corrispondenza biunivoca? C’è una reversibilità nella meccanica semplice, certamente, ma è un’ideale ed è inesistente perché ogni gesto rompe la simmetria. Non è neanche da scomodare la dinamica del calore. È indeterminata la condizione al contorno di diversi punti su una successione. Avevo disegnato l’indeterminazione che fa l’irreversibilità attorno al bianco. Una cosa vale l’altra per illustrare che l’irreversibile è definitivo. E’ sufficiente persino un disegno su un foglio. Un disegno che illustri l’esclusione della pretesa artistica, MA NON il presuntuoso e indispensabile tentativo di espressione.

 

Nelle condizioni al contorno del bianco c’è la soddisfazione del riposo e una idea che sia possibile l’uscita dalla castrazione. Il riposo diventa una nuvola mentre immaginavo che fosse comprensibile, poeticamente, che le ‘condizioni al contorno’ sono la vita intera. La frase iniziale che scrive “vedo il tuo volto ogni sua linea” è il colore, cioè la curva termica dell’affetto che ha sviluppato il fuoco e piegato i segmenti di ferro per la scrittura.

La linea della scrittura fai conto sia un ferro di cavallo: pensiero del calore che ha consentito di ottenere una forma. Irreversibile poiché inspiegabile resta fissata nel ferro la via neuronale che sceglie il colore intorno alla nuvola. Non si vede il pensiero verbale corrispondente alla frase che dice “l’io della nascita si trova ma non si può riportare alla coscienza. Si ritrova come condizione al contorno, una nascita differente per tutti. Una differenza alla base delle prossime democrazie.” La scrittura è per mettere in evidenza il pensiero che non si vede.

Ma mettere in evidenza non è portare alla coscienza. E’ solo portare alla luce. Poi gli occhi si impossessano immediatamente della creazione della scrittura e guardando si crea nella mente l’immagine degli occhi che fanno una specie di rapporto fisico con i caratteri tipografici. Fanno si direbbe una specie di rapporto sessuale la cui potenza evocativa non può essere appiattita alla funzione di un atto riproduttivo. Vedi per esempio il bacio di quei due….

 

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.