le puttane sono fumo profumato che sale fino a me, fino al secondo piano

Posted By claudiobadii on Set 4, 2013 | 2 comments


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QUADERNI n°1 (*) : Le Puttane Sono Fumo Profumato Che Sale Fino A Me Fino Al Secondo Piano” (©claudiobadii)

Riuscire. Accanto. La superficie del tuo viso. I movimenti delle dita. In cambio di tutti i roghi. In cambio delle sciagure. Il corpo delle ragazze da un po’ sotto casa mia. Fino a un isolato più là erano. Fino a un po’ fa. Adesso eccole. A dire il vero è gia un piacere a saperlo. Profumano l’andito. E cancellano la noia. Sono idoli carnosi. Al posto della miseria. La mia preferita ogni tanto mi aggancia:

Per un amore platonico.” – dice furba. “Perché siamo troppo seri per ‘altro’ noi due.” – suggerisce.

Meno male che sei arrivata a fermare la stupidità.” – taglio corto.

Poco da fare: si subisce il fascino delle puttane. È una cosa arcaica. La disponibilità beffarda della femmina che non ha complessi. Ancora oggi appoggiate indolenti agli spigoli dei palazzi ricalcano una crocifissione a modo loro. Senza tragedie e perdono e risentimento. Roba da donna. Agli incroci dove le femmine restano impigliate ruotano vorticose le macchine rosse della rabbia maschile. Perché la puttana non si fa pagare. Non vuole debiti. Hanno posture per cui è poi stato tutto quello che è stato nella storia del genere umano. La prima idea di gelosia e possesso. Le femmine all’opera intorno al fuoco. L’accettazione. In presa diretta al controluce dell’ingresso degli insediamenti sotterranei. Non ancora in alcuna città. Spettacoli dal vivo. Teatro grande e impalcatura di luci e suoni del sesso fino all’orgasmo. Uno stadio. Eccole addosso a me e incontro al silenzio delle vacanze. Ecco il sogno allegro e impressionante del chiasso dei vestiti. I gemiti repressi.

La gioia del sesso mi impedisce la commozione.” – dice.

Ed io volevo giusto gustarmi il brivido della tua commozione, una crisi della tua certezza che non è peccato…” – dico.

Comunque: “Tutto è così apparentemente ben disposto. Come l’esatta adesione dei tuoi fianchi al portone” – e il seguito dell’eccitazione diventa pensiero verbale e figura. Certe donne vedo perché non si può non vederle non si vuole restare offuscati a costo di sentirsi ridicoli. Vedere e desiderare dall’andito profumato al piano secondo cui conduce la scala di mercoledì e giovedì. Salgono come fumo di un fuoco. Il fumo fino alle finestre.

Sei la vita.” – confido ad ognuna – “Un punto in cui si annulla la gravità.” – rammento. Ed ognuna di loro piega appena il collo. “Come una rosa del giardino sei.

E sono certo che non capirà ma immagino possibile tutto questo. In ‘realtà’ ci sono io sulla poltrona azzurra. La poltrona di fronte a loro sale nell’aria del campo fino al balcone.

Allora dico improvvisamente “Come io fossi il fumo che hai respirato, perchè tutti sanno che è il fumo che sale. – E tutto ricomincia come non fosse passato tutto il tempo che è passato il tempo che guardo come guardavo il fondo delle miniere.

*(QUADERNI è una edizione di OPERAPRIMA)

2 Comments

  1. In un paio di occasioni un’amica si liberò confessandomi pensieri che teneva nascosti. Avrebbe voluto fare la danzatrice erotica. Non di lavoro, lo avrebbe fatto per poche volte, solo per dimostrarsi che era capace di farlo. Fu anche sfiorata dall’idea di fare un’incursione estemporanea in quella nicchia dell’espressione cinematografica che si occupa del corpo, della carne e della fisicità dei rapporti artefatti. Quella fetta di produzione considerata oscena da molti ma che rappresenta almeno il 75% del traffico web. L’ho conosciuta poco. Credo che avesse voluto togliersi tutte quelle catene dei buoni comportamenti, delle buone maniere e della sana affettività che probabilmente avevano imbrigliato la sua ben celata esuberanza. Aveva sempre fatto la lotta fra le richieste di uomini a cui faceva perdere (più o meno consapevolmente) la testa e la volontà di affrontare la vita con calma, senza farsi sopraffare dalle emozioni. Liberare quella parte di sè che anela “l’assenza di complessi” e assecondare quel destino che ha deciso di farti nascere in una società schizzofrenica con la forma fisica di un catalizzatore del desiderio maschile. Avvantaggiandola e penalizzandola al tempo stesso in un moto perpetuo di input e output psicologici e biologici. Magari stava solo valutando la possibilità di fare delle scelte diverse da quelle che l’avevano portata ad essere quella che ho conosciuto. Una riscrittura del proprio vissuto in relazione all’espressione della propria sensualità e fisicità. Vera o presunta? Forse solo ipotetica? Avrebbe voluto esplodere e dare scandalo invece di continuare a “fare la brava”. Una volta tanto.
    E’ nutrita la letteratura che affronta lo sconvolgimento che genera una donna libera. L’invidia delle altre donne che non sono abbastanza serene da accettare d’avere una diversa natura e un diverso modo di relazionarsi. Ci sono le donne che sono libere ma che vorrebbero essere “normali” costringendosi con castità e castighi a una vita innaturale ma onestamente riconosciuta dalla società. Esistono anche donne che vorrebbero essere libere ma non si accorgono che la loro natura non è quella di essere prigioniere ma semplicemente sono fatte per vivere affetti e relazioni in un altro modo. Anche l’uomo viene roso dall’invidia nei confronti di una donna che si libera da quegli schemi tanto rassicuranti: i punti di riferimento dell’immaginario maschile. Quando vengono meno questi punti di riferimento si sentono i più classci dei luoghi comuni: “le donne sono tutte puttane”, salvo piccole eccezioni (madri, mogli, sorelle e figlie…in genere).
    Chissà se non è per contenere l’esuberanza femminile che pressochè ogni società umana si è adoperata per dare codici serrati, severi e violenti alle donne.
    Può darsi che sia un meccanismo per mantenere un’equilibrio; una donna libera generebbe una sorta di chaos, un rischio che una società che vuole contare sulla propria sopravvivenza non può correre. Magari non è il caso di addentrarsi in antropologia spicciola, da bar, anche perchè le società matriarcali smentirebbero all’istante queste teorie da due soldi. Resta il fatto che un uomo di fronte alla bellezza di una “donna senza complessi” si possa sentire come sul margine di un maelstrom, affascinato e terrorizzato. Sai che può distruggerti ma non puoi sottrarti alla sua forza attrattiva.

  2. Una cosa arcaica. Le puttane fanno sempre come fossero, e infatti sono, sempre a casa loro.
    Nessuno come una puttana ti fa sentire un giovane uomo. Sopportare il freddo acuto d’inverno, in quei 100 metri che ti separano da casa.
    Fermano la stupidità. Per davvero

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