leggendo Guerra e Pace a proposito dei principi russi feriti ad Austerlitz

Posted By claudiobadii on Mag 21, 2012 | 1 comment


La macchina del mattino si è messa a muoversi piano con il suono di un romanzo alla svolta generale dei suoi più giovani protagonisti, alla piega che prendono gli avvenimenti quando sussulta tutto insieme il cuore dello scrittore e avvolge le sorti di ciascuno con la forza disinvolta di una divinità. È la letteratura sopra la storia: chiara e sublime sulla cima lucente di una torre di guardia. Nella mia stanza non si può dire per adesso il grado del calore esterno.

Per adesso il tempo è chiuso tra le mura. La coscienza è leggera e corre tra le macchie indistinte di pareti brune e grigie e azzurre e vola ma senza dover andare troppo oltre a render conto del terreno come una sentinella in perlustrazione ma solo ai margini dell’accampamento non lontana verso il fiume e il bosco fumanti e indesiderabili.

I cannoni del cielo sono fermi e la velocità di rotazione fa soltanto arrotare il ferro dei fusti contro il vento: è un rumore che non si sente, troppo sottile, sono scintillii nella penombra appena avvertibili. Di fatto specificamente essi sono rilevanti e dunque sensibili solo ‘adesso’: ogni giorno solo a quest’ora del mattino.

Qui, dunque, capita come ci si accorgesse di essere entrati nella parte curva dello spazio dove la radiazione di fondo (la continuità della nostra esistenza) versa fluendo improvvisamente più rapida nel catino di un pianetino dagli occhi d’argento e carbone di una sorellina o una ragazza o una futura donna: capelli scuri, naso affilato e labbra indescrivibili al centro del mondo a cantare per tagliare la tela della nebbia e aprirsi la strada.

Là tutta sola come la luna ad aprirci le braccia con gli occhi spalancati aspetta nelle Cosmicomiche, si porta a distanza di un tiro di schioppo e poi svanisce nella breve ripresa della melodia del sonno. Presto, con moto. Nel secondo tempo la macchina del mattino con il vento dei cannoni e il gioco della coscienza vagante nel cielo basso del sonno è un ingegnoso rotolare di sistemi integrati insieme e uno scricchiolìo è quanto resta, è il sogno d’essere di nuovo. O senza posa.

Dalla prospettiva di una terrazza sul mare come sempre sorridendo tenterò di raccontarti, disperatamente forse non solo a te, di questi pochi secondi originari. Di raccontarli durante un lavoro, con la metodologia professionale del linguaggio che si orienta alle corolle dei girasoli, e insegue la chiarezza dei suoni delle parole: cioè le cose appena dette, la vibrazione di quanto un attimo prima era pensiero ma in più anche iniziativa verbale. Immagine e decisione a non tacere.

Il piombo fuso del cielo che scende fa fiorire queste lenzuola di colore incerto e esaurisce la pazienza. Vorrei dirti mentre l’ora è passata. Sarà domani allora. Sarà domani la promessa. Arriveremo facilmente a stasera. Con la leggerezza di un tuono lontanissimo nel cielo. Ricordando i cieli sopra la testa fracassata dei principi russi nella battaglia di Austerlitz.

“Guerra e Pace”: nella visione di profondissimi cieli sta la fondazione capovolta di una natura aerea accogliente nella quale Tolstoi riesce a porre saldamente la radice del proprio divino umanesimo e però, insieme, la redenzione di una ipotesi di realtà non materiale non del tutto irreale. Dati i tempi, non poco.

In questo tempo e in questo lavoro è la risata di un giorno allegro in cui emerge il profilo di una collina, il fascino della resa. Sulla linea del fronte delle attuali relazioni l’accerchiamento delle braccia regala l’armistizio che conclude i conflitti. Si è accresciuta la conoscenza che è la vitalità del sonno che salva gli esseri umani dalla pazzia, o che comunque li tiene lontani il più a lungo che sia possibile.

nota: l’immagine dell’articolo è presa qui

1 Comment

  1. In questo tempo, in cui le cose vanno come vanno e non come dovrebbero andare, l’accerchiamento di due risate scintillanti come il sole sui ricordi di recenti temporali porta un cuore troppo gonfio alla resa: non sarà difficile arrivare a stasera…

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