lettura

Posted By claudiobadii on Feb 17, 2013 | 0 comments


Lampada Lumiere 05 lettura

Lampada Lumiere 05 lettura

Sto seguendo la tua targa senza distrazioni, giorno dopo giorno. Ecco che sparisci nel traffico e io lascio andare. Tornerai. Probabilmente con un aereo, data la distanza molto grande e la sua variabilità. Sei più e meno lontana, sei un amore variabile. Conosco le conseguenze degli amori variabili: esse sono che non se ne possono prevedere le conseguenze.

Neppure delle parole che velocemente si leggono (…e si scrivono!) senza soffermarsi su ognuna di esse, possiamo prevedere le conseguenze. Per questo sottolineiamo nei libri interi periodi di testo. Non per ricordare meglio, ma per liberarcene una volta per tutte. Per rubare la loro qualità di imprevedibilità. Ci soffermiamo per esercitare previsioni e, poiché non è comunque possibile, sottolineiamo perdendo poco a poco il senso di eccitazione che il periodo e le singole frasi e le singole parole ci avevano suscitato. Fino a che ci siamo calmati… e respiriamo profondamente… e la frase è placata, e dissanguata, e inerme!

Sottolineiamo per neutralizzare. Lasciamo tracce di matita sotto le parole per cancellare ogni traccia dell’emozione della lettura. Non potremmo lasciar correre le emozioni suscitate da certe frasi. Sarebbe impossibile andare avanti per l’originalità che hanno, e per la necessità di svilupparne i contenuti potenziali, con conseguenze disastrose per la nostra vita. Se al contrario sottolineiamo, prendiamo una decisione in proposito ad una sola delle tante ipotesi suscitate in animo dalla scrittura. Scegliamo una sola ipotesi di significato, ci fermiamo su una sola idea: e sottraiamo alla scrittura il suo senso generale. Ora le cose non sono più imprevedibili. Il testo è emendato.

Dunque non è per ricordare, è per riposare che usiamo gli evidenziatori: per non pensare più alle frasi migliori. Alle più belle, quelle in cui siamo infinitamente implicati mani e piedi, quelle che, fosse per loro, se avessero una natura muscolare e non solo psichica, non ci lascerebbero andare via senza che prima avessimo reso conto delle nostre incoerenze. Gli evidenziatori sono dei silenziatori della coscienza turbata da significati reconditi, dal potere evocativo di parole che sono, ognuna di per sé, edifici semantici. Riduciamo la responsabilità affettiva suscitata dalla lettura, ad una linea blu di matita sotto le parole, un’ombra piatta, il negativo informe del disegno grafico del testo. L’anima piatta dell’invidia.

C’è un altro tornaconto nella smania di sottolineare leggendo, ed è che non solo noi perdiamo le tracce dell’emozione imprevedibile ma, anche, seppelliamo le tracce ad eventuali inseguitori.  Quanto avremo sottolineato sarà diventato innocuo perché, sottoposto alla maggiore attenzione dei nostri successori sulle pagine, risulterà addirittura confuso: i tratti di pennarello, una volta colorate le parole, manifesteranno un’enfasi generica, aspecifica, una misteriosa riflessione, un incomprensibile tremolio di pigmenti gialli, neri, viola, rosa, arancione. Chi leggerà si chiederà cosa quella parola abbia significato per noi, e sarà preso dal dubbio, e perderà le nostre tracce. Procederemo allora nel fiume con l’acqua ai polpacci, senza lasciare odori, e saremo diventati intelligenti invisibili prede.

Siccome sei partita sono preda della tua mancanza. Mi segue, e devo alleggerirmi della tua ombra. Essa mi attrae, per la sua costituzione d’essere proporzionale alla bellezza dalla quale deriva: è un’ombra che si forma appena la tua bellezza svanisce. La tua assenza sono cani alle mie calcagna. Sviando la muta dei segugi sinfonici alla mia ricerca, sottolineerò altre righe di testo sui libri e, liberatomi per un poco, ricomincerò a mia volta a seguirti, mettendomi sulle tue tracce: sui libri che dici di amare, sui libri che hai scritto e che hai lasciato. Stavolta ci sarà di mezzo l’amore e -sottolineando con penne, matite colorate ed evidenziatori-  mentre inciderò con brevi tagli le pagine, ti farò a piccoli pezzi, per avere tra le labbra assaggi saporiti e squisite porzioni di te, della tua carne. Nel delirio d’amore, da cui nacque l’idea della comunione, saremo insieme.

Mentre ti penso e ti ricordo, studio la fisiologia del pensiero di atti quotidiani, dell’esecuzione di gesti trascurabili, di frammenti di tempo: le polveri che sfuggono alla vista e improvvisamente, però, sciamano negli occhi rifrangendosi al sole. Nell’azione della lettura, che pure sembrerebbe passiva, sono comprese numerose diverse disposizioni implicate negli atti neuronali corrispondenti all’iniziativa del pensare. Tali disposizioni hanno finitezza: coerenza e integrità. Suppongo che queste DISPOSIZIONI siano un vero e proprio legame funzionale tra la biologia e la  vita psichica, e che tale (funzione di) legame, quella disposizione, sia alla base della potenza espressiva, del fascino e della persuasione del linguaggio e della scrittura.

Se il pensiero verbale (le parole) e la scrittura hanno a che fare con tali disposizioni, essi possono avere un effetto sulla biologia di tutte le disposizioni. In avanti e indietro: cioé possono avere un effetto anche retroattivo. Possiamo cambiare le nostre opinioni e inclinazioni e la nostra mente intera, notando un inciso addirittura nella espressione delle nostre radicate teorie. Le parole e la scrittura incontrano la materia mediante sensazione e percezione. L’effetto dell’incontro non è cosciente: linguaggio e scrittura agiscono direttamente su ogni punto della biologia cerebrale. Prima di tutto variano disposizioni funzionali senza che possiamo rendercene conto. E’ la vita materiale del pensiero non cosciente, ed è funzione dell’io. Poesia appresa: “… transfert – contro – transfert – contro – transfert – con… – ..ansf… – …tro – ….    “

 

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