messaggeri

Posted By claudiobadii on Ago 20, 2016 | 1 comment


Ho pensieri confortevoli seppure di nessuna rilevanza nelle comuni conversazioni ed ho scarpe senza pretese di eleganza ma insostituibili nelle lunghe distanze che pretendo di superare. I miei pensieri come le mie scarpe hanno pregi che l’uso soltanto evidenzia. Non si torna a prima. Mi piace consumare lentamente la suola forte di questa consapevolezza. La pianta del piede rimbalza sul cuoio tagliato secondo il disegno di medici ingegneri. Certi pensieri mettono le ali ai piedi.

1 Comment

  1. anche io un tempo ho scritto delle scarpe

    aprire una porta e non guardare chi é ma che scarpe ha 16.08.93

    Ë proprio una idea fantastica, perché significa non avere pregiudizi nei confronti del visitatore; non hanno importanza né l’aspetto, né le vesti, se é conosciuto o no: l’unico deterrente sono le scarpe.
    Abbiamo fatto un ottimo bucato, lavato con un sapore profumato, direi ecologico, Le vesti sono tese al sole.
    C’é un odore di pulito nell’aria, di fresca stanchezza dettata dalla fatica di acquisire saperi, possibilità.
    Ognuno conserva nei propri cassetti cose dell’altro che non sono, é vero, né restituibili, né fotocopiabili.
    Ormai sono un patrimonio IRRINUNCIABILE
    Io chiedo se per questi saperi valgo qualcosa, non desidero sostituire, ma essere.
    E quelle scarpe, quelle scarpe così rozze, così pesanti così sporche hanno camminato sulla mia anima ed é stato un terribile massacro, soprattutto per me che avevo quest’idea dell’ospitalità così orientale.
    Desidero vedere i suoi piedi nudi camminare sul mio pavimento, piedi che l’ospite può anche lavare nell’acqua del rapporto, piedi che significano un lungo cammino, una lunga sofferenza, una lunga ricerca, nel giorno e nella notte dell’identità.
    Piedi che abbiano la voglia di innamorarsi di ciò che fanno, delle strade che percorrono della gente che incontrano e che vivano ogni passo non come qualcosa di perduto ma come qualcosa di conquistato.
    Ë vero forse siamo molto innamorati dell’idea di non lasciare nulla di intentato; oppure meglio di tentare ciò per cui valga la pena tentare.
    E questi tentativi di sapere “altro” sono l’immaginario collettivo.
    Mi piacerebbe ricostruire tra me e lei un immaginario collettivo che ci renda critici, forti, differenti e simili allo stesso tempo.
    C’é uno spazio nel quale potremmo vivere insieme infinitamente ed é lo spazio di uno sguardo; sapere che in quello spazio c’é una identità da scoprire ed una vita da vivere.
    Non amo la mediocrità essa non da speranza alla ricerca….
    Caro Claudio così simili e così diversi……

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