metodo scientifico

Posted By claudiobadii on Mar 5, 2012 | 0 comments


Il giovane sole gettava una luce debole sui pianeti, ma diventò gradatamente più caldo e luminoso nei primi due miliardi di anni di vita, mentre accumulava elio nel proprio nucleo. Oggi che il sole ha raggiunto la mezza età, la sua luminosità continua a crescere, mentre esso converte settecento milioni di tonnellate di idrogeno in elio ogni secondo.” (Dava Sobel ‘Pianeti’ Rizzoli ed. – pag. 23)

Un evento senza testimoni ha il fascino di costringerci a immaginarne la genesi e la storia e alla lunga eccita la biologia fino alla espressione del pensiero attraverso un linguaggio. Se si arresta l’eccitazione termica dentro il nucleo del sole, nella fornace nucleare, anche l’immaginazione decade.

All’opposto si prepara la tragedia puramente teorica che,  senza linguaggio,  la fornace nucleare al cuore del sistema proprio non potrebbe neanche essere chiamata in causa. Batteria terminologica e ‘mondo’ si rispecchiano come le colombe infernali e ci allietano tanto quanto il suo sorriso e la parola amore. Che al tramonto del sole e al sorgere della luna sostituisce vantaggiosamente il pronome personale nella sua seconda persona singolare.

L’altra natura, quella del sole e della luna, quella dei pianeti per esempio, non ha modo di parlare di sé se non per delega a noi. Le cose esistenti in natura non sanno designare la propria presenza in termini verbali. Noi peraltro non è che siamo andati ancora motlo lontano da un rozzo balbettare e, dopo l’ubriacatura illuministica, non siamo riusciti ad andare oltre il modo poetico per descrivere una realtà fisica discreta con margini incerti.

Nella parte più promettente ci siamo da poco tempo concentrati sull’ignoranza che impedisce alla conoscenza di progredire. Una adeguata successione delle indagini sul pensiero dice che l’ignoranza sia perdita del rapporto con l’oggetto. La non conoscenza è la confusione nel rapporto con l’oggetto della realtà esterna a causa della perdita del rapporto interumano.

Non c’è conoscenza senza la relazione con l’altro e si è arrivati a dire che la non conoscenza è anaffettività. Questo ha una rilevanza da mattina a sera. E le giornate per alcuni ricercatori sono scandite -un po’ ossessivamente in verità- a tener conto del calore delle parole.

Il giovane sole gettava una luce debole sui pianeti ma diventò gradatamente più caldo e luminoso nei primi due miliardi di anni di vita, mentre accumulava elio nel proprio nucleo. (…..) Ma, inevitabilmente, quando il sole passerà alla fusone dell’elio, diventerà tanto caldo da far bollire gli oceani terrestri e recidere quella vita che esso stesso ha generato” (Ibidem)

Non c’è chi non veda che siamo implicati parecchio a trovare delle parole che impediscano la perdita del rapporto con l’oggetto durante la narrazione di un processo della natura. C’è una grande attenzione nel linguaggio della conoscenza. E’ quello il metodo scientifico in atto.

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