“nero” (by OPERAPRIMA)

Posted By claudiobadii on Mar 9, 2013 | 2 comments


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Bisogna capire i pensieri e i comportamenti per avere la comprensione di quanto viene fatto e detto poiché il non cosciente è in evidenza. Ognuno risponde di sé grazie a censure preventive. Però non ci nascondiamo perché in aria le onde elettromagnetiche chiamate ‘luce’ rimbalzano danzando scrosciando e scivolano carezzevoli offendono acuminate e scrivono cronache istantanee di ciascuno e svelano i tatuaggi del pensiero non verbale comunemente chiamato inconscio o sogno. 

Ho stanze piene di matite e altri strumenti da disegno e questo essere una serie di stanze che traboccano di matite a colori sono io stesso. Si diventa per passione somiglianti ai propri più desiderabili desideri. Si diventa una successione di consonanti e si dimenticano i suoni impuri semplicemente vocali. Ho stanze traboccanti di acuminati stiletti di grafite multicolore. Devono essere tutte le consonanti possibili. Prima delle scritture sillabiche.

Devo essermi imbattuto nel volto di un epoca remota piena di mistero. Nei giorni delle decifrazioni cioè nel tempo dell’Eden. La neve delicata dei suoni ampi scende come la grazia della respirazione durante le maratone. Il mondo delle scritture consonantiche chiede la scelta continua delle vocali e le due rose della lettura coinvolgono la visione e la biologia affascina la materia cerebrale a generare la realtà del pensiero proponendo una serie scintillante di scelte.

Affinché l’immagine nascosta nelle scritture ritrovi il soggetto. Saremmo più aggraziati una volta chiarito che la comprensione implica la responsabilità di una scelta. Che dalla scelta dipende la percezione del testo e in definitiva la sua comprensibilità. 

2 Comments

  1. Ho vestito e vesto quasi sempre di nero…tutto nero.
    Molti hanno creduto di saper interpretare questo come pensiero politico, deriva esistenzialista, posa di distinguibilità o di contro desiderio di invisibilità.
    No.
    A me piace il nero. C’è dentro tutto, anche tutti i colori.
    Vestirsi completamente di nero dà la sensazione di poter dare a se stessi il colore che si vuole e che non è lo stesso durante la giornata, non è lo stesso neanche nella stessa ora né nell’arco di un istante. Ed è anche un’invenzione di comunicazione diversa, per proporre all’altro di comprendere il colore del tuo pensiero invece di fermarsi a quello troppo facile del tuo abito. E’ come dare all’altro le consonanti e farti mettere le sue vocali.
    Il nero è una proposta e un’incognita, la curiosità e la voglia di entrarci dentro anche se non si può avere la certezza di cosa ci si possa trovare quando ne saremo avvolti…e così poterci pensare dentro i propri desideri.
    Ecco, il nero è un modo di vivere.
    Ché a diventare abbastanza bravi, perseveranti, determinati e innamorati, ci si possono trovare dentro perfino delle rose rosse. A capire che il nero è possibilità.

  2. La scelta sta tra la luce e il nero, il nero prevale ma le rose sono così cariche di luce, che il nero non è poi così nero! La scelta implica una responsabilità. La responsabilità di far luce, perché la luce può essere colorata di nero e il nero colorato di luce. Come la notte, che può essere finestra sul nuovo giorno o il giorno che diventa finestra sulla notte. Come le parole, che possono dire tutto e il contrario di tutto. Possiamo scegliere se far prevalere il nero o colorarlo, possiamo decidere se star a guardare o dipingere con la forza e la dolcezza del colore. Solo quando avremo fatto una scelta con responsabilità, tutto ci sembrerà chiaro e comprensibile.
    http://www.youtube.com/watch?v=rFqAhBknZAI

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