ossessione (1)

Posted By claudiobadii on Gen 3, 2012 | 0 comments


la capacità di immaginare è legata alla realizzazione della certezza dell’esistenza dell’altro. accade insieme. la generazione di una idea è anche quella di una idea differente e contemporanea che potrebbe apparire del tutto incoerente con la prima. non si può neppure parlare di una successione di eventi: è un ologramma che illumina due prospettive. o più. resta sempre l’ossessione: trasformazione interna poi prassi coerente, o intanto baciarti per lasciarmi sedurre dalla dolcezza delle tue labbra? se faccio devo essere già cambiato, o sarà quel fare che induce poi la trasformazione? risposta: accade insieme e alla base della prassi c’è una certezza dell’esistenza di ‘altro’ da sé. è specifica umanità, scrivendo, inventarsi con gli interlocutori: evocare. come un tempo nei deserti e sulle rive del mare. quando il linguaggio cambiò non appena ci fu da raccontare l’invisibile della mente che non corrispondeva a nessuna realtà esterna. il linguaggio mutò perché dovette arrivare a narrare la propria genesi dalla materia cerebrale che creava le cose che non c’erano. il linguaggio fu differente e non fu più in grado di tornare indietro quando espresse la propria esigente natura di poter rompere il silenzio della riproduzione. la rottura del silenzio che esprimeva implicita la propria origine. l’origine che conteneva completamente il proprio chiarimento. il tempo faceva la giostra e l’arco della ruota del pavone. il tempo si pavoneggiava in periodi storici mentre noi restavamo alla catena delle parole. il mulino andava avanti col lavoro della ripetizione. i savi non erano che schiavi delle formule. qualcuno deve pur allietare la festa. sono stato con persone così belle da far impallidire la bellezza. mi sono vergognato della mia normalità. non si poteva far altro. non saprei come ne sono uscito. forse fu l’interpretazione sull’invidia come negazione. la distinzione: la bugia è coscienza. la negazione è una attività inconscia. la comprensione di una capacita linguistica differente dal solito si origina in quella transizione. che si potesse saper scegliere le parole per i due modi del pensiero ha originato l’illuminazione di due prospettive. non è stato semplicemente capire e distinguere: è stata la acquisizione di una capacità pratica. una prassi non sottomessa al tempo fisico. forse è questo il linguaggio che cercavo. quello che non è per spiegare le cose. che è per lasciarle vivere. certe altre volte per non farle morire.

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