Prima Di Te Non C’Era Niente

Posted By claudiobadii on Ott 27, 2012 | 0 comments


Prima Di Te Non C’Era Niente 

Vedi la luce, che è la nascita che è quando comincia il pensiero. La luce che vedi sei tu quando sei arrivata. Il tempo non conta: a questo serve il colore, ad evitare di dilungarsi con la specificazione di quando sia stato che…

Alla nascita la luce attiva la biologia cerebrale umana e si origina la capacità di immaginare. Poi lo stimolo che fa le idee sono le variazioni. Tutte le volte che c’è una variazione c’è una stimolazione, si crea una immagine. Non è l’oggetto visto toccato ascoltato è la variazione implicita nella realtà interna dell’altro che genera una alterazione della mia immagine e il pensiero è espressione della vicenda di come sono cambiato. La luce sul foglio è in relazione alle cose che compaiono alla coscienza con la velocità della luce.

Un granello di polline deve avermi colpito la congiuntiva. Questo ha dato origine alla luce nel foglio. Il granello di polline è secoli fa. Immagino fosse giallo o ocra. Invisibile non fu altrimenti percepito.  Tu sei arrivata che non ti avevo visto. Eri là a sinistra, un granello di polline ocra nello sgusrdo. Così ho fatto la luce gialla. Ho fatto il grigio, prima. Poi ho fatto i segni di quella specie di alberi, sono forme eteree, ricordi di fisica delle particelle. Te sei nel giallo a sinistra con un animo caldo e disponibile.

L’immagine -in questo caso un colore- ha qualità diverse da quelle della figura, ha una natura diversa da quella della figura. L’immagine è e rimane sempre ‘pensiero’. Il pensiero si forma in relazione allo stimolo fisico di una variazione ed ha sempre implicita l’idea di una cosa che non c’è poi c’e. O che c’è stata e adesso è sparita. Così forse per questo ho disegnato dei piccoli trattini in alto. Cose che chissà da dove vengono, stormi di rami che possono sparire come niente, volare via in alto, per aperture del foglio, per strade in aria poco visibili.

Forse sono i gabbiani di quando era molto piccolo, le mani di mio padre che mi tiravano sopra la barca dei pescatori, e gli uccelli sospesi sulla prua, ad aspettare. Le mani di mio padre forse sono la sospensione di fronte al foglio bianco.

I gabbiani veleggiano immobili autorizzando l’idea che prima di te non ci sia stato niente.

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