spaventapasseri cielo rondini e cornacchie

Posted By claudiobadii on Mag 12, 2014 | 5 comments


Non molte cose da scrivere perché la fantasia volando troppo rapida come una rondine non lo rende possibile. Volando rapidi così vediamo da ogni lato lungimiranti come si deve essere. Ricordi gli zar nelle pause delle loro guerre interminabili? Trascorrevano il tempo su tundre infinite. Dovendo superare certi cancelli di ospedale è come uno di loro che mi sento, nelle distese estreme e mi immagino mucchi di neve e me che scrivo sul bianco dell’aria gelata con un ramo nero. Il ramo è questo dito rotto che sta storto verso il cielo. Fosse dipeso dalla coscienza non sarei stato qua. Ma si sa, la coscienza viene sempre tardi. Prima è venuta la confidenza innocente con l’asfalto della strada per il mare. Ed ora indico la strada alle cornacchie dei sobborghi come un pupazzo. Non è grave come potrebbero essere tutte le cose cui scampiamo tutti i momenti. Duole e limita.

Ho di fronte i campi violetti di sole alle sette e mezzo durante la traversata. Il cielo grigio e rosa che riflette il colore dei campi. Uccelli invisibili che mandano bacche di suono dentro la macchina traverso i finestrini aperti. I suoni che rimbalzano e si spengono tra i seggiolini e il parabrezza. Frantumi di coscienza senza ansia. Fosse dipeso dalla coscienza pura non sarei qua. Ma qualcosa ha preceduto la coscienza ed ha sfidato le buche nell’asfalto nero. Poi è bastata una piccola furberia e eccoci qua. La pulsione, l’inerzia della materia, la massa senza pensiero, ottusa, me ottuso, che rotolo e a causa di una certa spigolosità che vattelappesca da dove mi veniva, mi provoco la frattura di un ossicino periferico. La funzione si è sciupata, il movimento non sarebbe più armonioso, dicono i clinici. Un momento per mettere le cose a posto. Le ossa a posto. Ci guadagno questo viaggio tra i campi. La mattina presto. Per mettere le cose a posto ci si alza all’alba, per pensarci bene alle cose. Per continuare il sonno. La coscienza verrà dopo. Nella convalescenza che uccide la disarmonia. Nel tempo noioso mentre le piccole lesioni si saldano producendo il tessuto fibroso che fa la cicatrice/barometro. La saggezza tardiva ed inutile del ricordo mi dirà se cambia il tempo come forse sanno le rondini nei campi di oggi.

Non si ha coscienza di quanto sta per accadere. Ma a sapere il futuro non ci sarebbe nessun gusto. Eccomi come uno spaventapasseri col dito storto a protestare. Le cornacchie le cornacchie restano lontane dal grano. Da solo rifletto sulla pulsione: ha tolto la leggerezza che avrebbe reso innocua la caduta.

Il tutto è una cosa da pochi minuti. Niente ne risentirà. Nella mente il senso di cercare meglio. Una maggiore sanità.

5 Comments

  1. Se partiamo dal teorema di incompletezza di Godel “ogni sistema assiomatico formale contiene enunciati veri non dimostrabili all’interno del sistema stesso”, possiamo anche sostenere che vi sono molte condizioni dove le verità non possono essere dimostrate da alcuna regola a priori. Da qui il numero Omega: un numero che ha un valore perfettamente definito ma non potrà mai essere calcolato. È irriducibile. Ecco il concetto di “complessità”. L’intelligibilità del mondo, della fisica come della mente, presuppone la possibilità di operare compressioni algoritmiche. Riduzioni di complessità. I fisici comprimono le loro osservazioni in leggi e mostrano come dedurre da esse le osservazioni. I matematici comprimono i loro esperimenti computazionali in assiomi e mostrano come dedurre da essi i teoremi. Paradigma: anziché ricercare nuove prove di coerenza si tratterà di arricchirne i contenuti per tentativi.
    Cicatrici vecchie e nuove segnano la pelle circondando l’emersione delle ossa. Piccoli cristalli di lacrime salate sorpassano i segni. Un corpo magro da ridisegnare. Non c’è coerenza nel tentativo di oltrepassare. Solo il dolore è coerente. Preciso. Definito. Il palmo della mano tiene il dito curvo sollevato. Il soffio delle parole scaldano. L’amore rianima.

  2. nella neve indossa una pelle d’orso e d’osso..scrive sorridendo alla tormenta.esiste.resiste

  3. Seduto… dalla cima di una duna serenamente resto in attesa che un soffio di vento sollevi granelli di sabbia che possano varcare l’uscio della mia mente.. una presta guarigione.

  4. Ho pensato subito alla scrittura, ma non so se riguarda queste dita della mano.
    Comunque, buona guarigione Dr. Badii.

    http://youtu.be/zwbEvs4j9hs

  5. anche stamane non vi erano nuovi articoli sul blog. non era mai accaduto. mi sono preoccupato. oggi pomeriggio la preoccupazione è scomparsa, forse perchè io non sentivo dolore al dito.

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