stagnazione politica

Posted By claudiobadii on Ott 14, 2015 | 0 comments


Una valanga di illegalità infradicia i passanti senza scampo. Nell’aria acquitrinosa una mosca primordiale microscopica macchina della febbre che si moltiplicherà inarrestabile: vola goffa schiantando ogni goccia di pioggia che incontra. La palude è chiusa in alto nascosta. Escludono il cielo tralci fitti infarciti di uova di zanzara che aspettano di schiudersi per liberare miliardi di versioni del soggetto autistico: ognuno si sa si ammala a suo modo. La politica che congela in fondo alla palude manda del proprio ghiaccio in aria aghi, deliri, sincopi, accumuli di pensiero, contrattempi, decreti e fatalità ulteriori che non pensavamo possibili. È una nuova malaria imprevista la febbre prende quelli che erano liberi ai tempi prima che l’ironia diventasse irreversibilmente cinismo.

La scoperta della vitalità dice che essa è una funzione derivata dalla trasformazione della carica libidica del feto durante la vicenda perinatale. Bisogna intendere che la traccia di una persistente omeostasi di calore e quiete, vissute dal feto nell’indifferenza della biologia intrauterina, sappia escludere ogni conseguenza dell’improvvisa scomparsa, durante il parto, della precedente realtà ambientale. Essa, la neutralità omeostatica, diventa invece la funzione mentale del neonato che si oppone alla turbolenza esterna senza subire alcun trauma. L’acqua era fuori a stimolare progressivamente la pelle e mantenere la temperatura necessaria. Le sensazioni relative a tale stimolo esterno davano forma alle connessioni neurali fini a che quella forma diventa per la maturazione delle strutture anatomiche una ‘traccia’ che consente una funzione della mente che appunto è detta ‘vitalità’.

Essa non ha una rappresentazione però si è detto che appena si realizza, al parto, consente un soggetto (Io) e un suo primo pensiero: una certezza. Non c’è traccia di un trauma della nascita.

Senza tale trasformazione, in effetti, al contrario, la nascita non c’è. Freud poté affermare che la nascita non ha l’io, non avendo potuto pensare la vitalità. Restò solo un bambino leso dalla nostalgia.

Se oggi possiamo opporci alla politica e alle numerose forme dell’autismo che si incontrano nella politica e in certi ambienti sociali, se non ci si ammala della febbre della palude, se il volo di sciami di mosche bagnate non ci dispera: è forse per la vitalità. Essa è soltanto suono di un’idea: che si può restare quieti fino a quando arriva la forma di vita di cui mai abbiamo avuto esperienza ma di cui siamo certi.

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