tutto viene letto confusamente

Posted By claudiobadii on Ago 31, 2014 | 1 comment


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  1. Ho ancora di mia nonna una vestaglia di nylon, di quelle che si intrecciano sul corpo, che loro, le nonne utilizzavano sopra l’abito per sbrigare i lavori domestici. Mi è capitata tra le mani qualche giorno fa…ben ripiegata in fondo ad un cassetto. Assolutamente casta diventa femminile per quel gioco di minima cintura che si attorciglia nel punto vita. Un tessuto scivoloso, leggero, adattabile…scuro con arabeschi oggi improponibili. Un capo di abbigliamento in disuso che raccoglie una storia fatta di piccole cose e di semplici gesti.
    Alla comprensione si arriva da molte strade. O non si arriva. A volte mai. È più facile insegnare qualcosa ad uno stupido e conversare con un genio? La sofferenza infinita per un attimo di gioia davanti ad una scoperta può essere compresa? Una magrezza anoressica chi destabilizza? Se le forme del contenuto conservano armonia, le ossa sporgenti chi pungono? Esiste uno standard per la bellezza?
    Allora la fatica è costringersi a non capire mai. Se dentro noi vi è un’idea di bellezza e sanità. Se vive in noi il senso di ciò che semplicemente e inesorabilmente siamo, il difetto è non costringersi ad esserlo. E persi nell’implosione di noi stessi…beh riusciamo a percepire cosa ci accade intorno?
    Tanto ho scelto di perdermi. Nei suoi occhi che sono foreste pluviali, fiumi in piena, oceani impazziti, terremoti, eruzioni vulcaniche, esplosioni atomiche, onde anomale e vita. Nella sua bocca che è latte, miele, dragoncello, tabacco, uva, zucchero, nettare e ardore. E poi ci sono il rosso e il sangue.

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