una gioia immeritata

Posted By claudiobadii on Mar 31, 2013 | 1 comment


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scoperta e nascita
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Prima di tutto bisogna dire che è una gioia immeritata. Questa parola lega due eventi che salgono insieme sul confine dell’evidenza. Tale confine corre lungo il dorso aguzzo di una cordigliera, la spina dorsale costituita da una faglia tettonica che si è fatta catena montuosa.

Cosicché i due fatti salienti, evocati dalla certezza cha questa felicità mi sia capitata con poco o nessun merito da parte mia, letteralmente sbucano su come ‘dal nulla’ o, meglio, dal cielo di sotto, da uno spazio misterioso che sta ‘dopo’ la costa rocciosa.

Da quell’universo di porpora ghiacciata -che vola su a precipizio e scatta con una accelerazione bruciante dalla linea del traguardo della cordigliera- compaiono lievemente in anticipo sulla nuova luce l’ingenuità delle scoperte scientifiche e la nascita dei figli.

Nel momento della comprensione e della sorpresa soave serve una certa modestia e non accalcarsi in piazza. Una modestia che ci eviti la fretta servile e l’ingombrante arroganza degli accorrenti della prima ora, che sono sempre i peggiori poiché in genere non sono di fatto i primi, ma solo attentatori, che vanno a guastare, con precipitoso anticipo, una sperata immaturità.

I tempi devono sovrapporsi da diverse provenienze e fare le correnti e i turbini e gli alisei omerici e il nostro maestrale. I tempi devono fare il cielo, gli strati dell’anatomia del mondo tridimensionale e sommergerci cosicché abbiamo nostalgia gli uni degli altri, tanta nostalgia da inventare il richiamo il nome l’avvertimento l’ordine la dittatura e infine l’implorazione e la scienza, il discorso elegante del procedimento delle scoperte. Figli e conoscenza ruotano dentro bolle d’aria su uno sfondo di schiuma dorata.

Siamo tutti costituiti di cordigliere e di schiene rocciose e tutti sentiamo le catene vertebrali correre e dipanarsi dentro di noi quando diciamo che un brivido e una corrente e una sferzata ci hanno traversato bruciando. Mille porcospini accolgono l’amore improvviso di un bacio mentre noi arricciamo la pelle e ci troviamo a soffiare dal fondo, in un attimo, tutto il vapore bollente della vita fino a li.

Sulla punta delle dita i figli e le scoperte sul palcoscenico di fronte ai ripari nel balcone montuoso salgono lentamente verso il soffitto dell’universo senza che si abbia bisogno di alzare lo sguardo. La libertà che lasciamo ai destini altrui ci fa assumere posture umili.

La libertà di chi ci circonda e che con quella libertà ci travolge è una vera e propria umiliazione per un bel po’ di tempo. E l’intelligenza per comprendere la natura di questa speciale forma di umiliazione cui ci si riferisce, intelligenza che alla fine arriva è anch’essa gloria immeritata.

Immeritata è la gioia dell’ateo che in esultante solitudine riesce a godere del mondo e degli amori senza nessuno da ringraziare poiché sua è l’intelligenza e interiormente contenuto è l’amore invisibile e silenzioso e buio fisico c’è nella scatola del suo cuore e buio come la notte c’è nella sua testa all’ombra estiva dei tigli.

Non potendo un incredulo ringraziare della gioia che gli nasce in mente essa non ha merito se non in lui che la concepisce. La gioia della generosità incondivisibile accompagna la nascita e le scoperte scientifiche che ci conferiscono certezze. Ma il ringraziare escluso lascia soli i nati e gli scopritori.

L’immeritata gioia di te che vieni a trovarmi è dedicata a te che in me assumi toni forti di colore. Un colore più grande delle parole.

1 Comment

  1. Per far comprendere e dare luce alle nostre emozioni, bisognerebbe non parlare ma dipingere! Peró la vita quasi sempre ci impone di provare a trasformare le parole in colori. È gioia nel cuore, quando trovi chi riesce a far diventare le parole grandi come un colore!!

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