una libertà imprevista

Posted By claudiobadii on Ott 6, 2015 | 1 comment


Dettagli e astrazioni successive. Così vado dal tuo volto alla parola amore. Misteri impliciti nella fisica dei singoli passi lungo le catene di comando neurali. Ogni più piccola variazione si amplificherà e dalla temperatura dell’aria di ieri sera, che ho registrato serrando le mie mani nelle tue al nostro incontro sulla soglia, fino al risveglio di stamani non è restato niente in mente eppure tutto ricordo. Ora il pensiero cosciente si piega al mistero del tempo vissuto che non ha lasciato tracce analitiche di quanto abbiamo fatto. Ma per analogia tu diventi il mondo. Le reti neurali non smettono di imparare. Nascita e morte sono eventi. Vivere è una condizione. La morte non si oppone alla vita. La vita non vuole sfuggire a niente. Dalla nascita al primo amore. Il banco di scuola, le aule, le scale che portano fuori in strada sei il libro e la mano che tengo stretta lungo il volo di pochi gradini. La conoscenza di te mi libera della necessità. Il nesso non è la causa. La causa sei tu. Il nesso è il tempo che passiamo insieme sugli assi di prua. Io arrivo sempre dopo: a registrare: lo stupore di come sia ancora possibile, e la voglia che non debba finire.

Restando da questo lato del discorso, a riflettere in solitaria mattina, mi convinco sempre più che noi volevamo creare dio nelle reti neurali delle nuove macchine per pensare. Ma le macchine, proponendoci il mistero dei loro singoli atti decisionali ad ogni salto di giunzione, sembrano dire: l’uomo siamo noi. Voi siete divinità invidiose della nostra imprevista libertà.

1 Comment

  1. Una libertà che era necessaria affinché si potesse parlare di separazioni che diventassero movimento. Qualcosa che non andasse ”contro” ma ”verso”. Non è questa l’idea di nascita?. ”Eccomi”

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