valzer

Posted By claudiobadii on Gen 7, 2012 | 2 comments


valzer

Le cose del pensiero umano come le ho imparate a conoscere io a partire dalla comprensione della scoperta sulla nascita umana (*) sono tali che non possono essere quasi mai tradotte in modi specifici della coscienza. Una di quelle cose, una delle certezze conseguenti allo sviluppo trentennale di essa scoperta  (*) è che non si può portare l’inconscio alla coscienza: è una frottola. Uguale se non più grave di quella fandonia che negli esseri umani c’è l’animale. Ma lasciamo pure perdere, per adesso. Diciamo invece come sia che ci si innamora sempre per il suono suscitato in noi dal nome dell’altro, come idea dell’altro, in sua presenza: e come si resta innamorati e legati in sua assenza. Che dunque non è assenza per la ricchezza dell’affetto che siamo stati capaci di realizzare insieme. Per questo nel clip che pubblico c’è quella che a me pare una bellissima musica. Una traccia di amori, evidentemente: una realtà non cosciente non perché sconosciuta, ma perché resta della natura della musica e non c’é intepretazione che potrà portarla alla coscienza. Semmai ci dovrà essere una coscienza in grado di dichiarare il proprio definitivo fallimento in proposito all’operazione della interpretazione ‘freudiana’.

Su un altro fronte: da tempo mi si dice che non devo chiamare questa cosa ‘ricerca’ che la ricerca ha luoghi stabiliti e deputati. Allora oggi pensavo che posso usare un’altra parola, che resta ancora libera per l’amore come una spiaggia solitaria dove si può ancora -per la sua natura di essere riparata e defilata della confusione- vivere la gioia della sessualità con la ragazza del sogno. Siccome devo sempre riferirmi ad una attività di decenni nell’ambito del pensiero e della vicenda di esso pensiero nella relazione interumana chiamerò lavoro quanto si svolge da quasi trenta anni in luoghi differenti con persone via via diverse. Con persone che, anche, sono diventate diverse per via di questa attività. Poi, domani, mi chiederò, con leggerezza eccessiva, lo so già, come si possa definire la vita di questo lavoro che lasciando intatta la natura del pensiero non cosciente, costringe la coscienza a parlare di un cambiamento, forse di una cura e addirittura di un aumento della conoscenza.

Nel riproporre una musica legata a immagini credo di essere stato costretto ad ammettere oggi e qui che ci si innamora e si scrivono le parole perché le parole scritte sono mute e hanno la natura del pensiero umano. Le parole scritte sono pensiero muto, cui leggendo silenziosamente regaliamo un movimento. Quel movimento non è che la variazione affettiva determinata in noi dalle cose scritte sul foglio. Esse diventano un ‘moto’ interno che compone una ‘immagine’.

La qualità dell’immagine è relativa al grado di affettività di chi legge. E’ legata specialmente alla recettività. La recettività è legata al concetto di vitalità….. Esso rimanda -come quasi tutto nel lavoro di trenta anni- alla necessità di comprendere la teoria della nascita nei suoi elementi fondativi (*).

Questo è stato ( é ) il lavoro di cui continuerò a parlare ostinatamente. Di cui, a dire la verità, non potrei davvero non parlare.

(*) Massimo Fagioli  “Istinto di morte e conoscenza”  – ‘ L’Asino d’Oro’ edizioni.

inoltre: si deve sapere che la bellezza ritratta nel libro di fotografia è Tina Modotti: il fotografo è Edward Weston che fu suo compagno nei primi anni della sua vita in Messico.

ancora: la musica è di  Dmitrij Dmitrievič Šostakovič (in particolare la si trova associata alla scena del valzer nel film Eyes Wide Shut  diretto da Stanley Kubrick.(1999)

infine: il terribile rumore che si sente insieme alla musica divina del ‘maestro’ sono aggiunte mie che penso restino ad indicare la rozzezza sempre presente da parte mia nell’affrontare la meraviglia e la delicatezza delle parole della scoperta sulla nascita. Mi muovo come un servo della gleba nei campi. Spero che nel tempo oltre alla dignità della prassi per la sopravvivenza e la cura potrò sviluppare anche la leggerezza degli stivali delle sette leghe. Ma già così è una fortuna.

2 Comments

  1. La musica è bellissima la Tina di più..gran bello articolo!!!

  2. Cccchebbbellllleeeeeeeeezzzzaaaaaaa.
    E vedi che mi ero pure messa a farmi chiamare Tina Modotti da un po’, per giocare… o forse per agguantare e farmi agguantare un’immagine che suona come la dico io coi ”ricci di mare”, come la dici tu col ”pesce nel sogno”. Ed è musica, Cla. Che musica…

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