Vitalità contro Materialismo Inanimato e Realismo Cinico

Posted By claudiobadii on Mar 16, 2013 | 0 comments


Materialismo Inanimato

Materialismo Inanimato

Il Marxismo determina la conseguenza di un Materialismo Inanimato. Questo essere inanimata della teoria le toglie la trama necessaria: non è teoria umana, è una posizione filosofica ed inutile per la politica. Intuitivamente si comprende che un Materialismo Inanimato resta per sempre incapace a lottare con il Realismo Cinico contro il quale la teoria voleva scagliarsi promettendosi come arma ideologica. Libertà e giustizia furono pregiudizialmente assunte come necessarie al ‘discorso’: si posero come necessità naturali ma esse sono scelte, prese di posizione nella complessità variabile delle relazioni tra esseri umani e tra esseri umani e mondo, forme responsabili che di ‘necessario’ non posseggono nulla. Non sono naturali poiché nella natura la giustizia e la libertà non ci sono. Il Materialismo Marxista resta dunque Inanimato poiché avere identificato la proposizione di giustizia e libertà come strutture della natura da proporre e difendere però era un errore di conoscenza dato che esse rappresentavano semmai il futuro. L’uguaglianza originaria è la vitalità ma essa, non essendo pensiero nè provvidenza ma condizione comune, ha bisogno di tempo e di rapporti per esprimersi in forme tanto numerose quanto sono gli esseri umani.

Il Materialismo Inanimato Marxista  non ha il possesso della conoscenza perché tutto quanto ha affermato sulla natura umana, seppure sia senza il ricorso allo spirito, non ha cercato nel luogo delle transizioni, nel passaggio tra l’esistenza biologica da cui origina il pensiero e la nuova natura del pensiero medesimo che non può essere più ricondotta alla biologia secondo corrispondenze biunivoche e neanche secondo rigidi e piatti schemi di attività. Non avendo cercato non ha trovato la parola, quella corrispondente al passaggio tra somatico e psichico, tra materiale e mentale. Confondendo il non materiale con lo spirituale ha temuto e irriso quest’ultima cosa: il problema fu un Materialismo Marxista Inanimato perché aveva annullato la vitalità come esistenza di una condizione biologica alla base del pensiero umano. Il Materialismo senza Vitalità è Marxismo Ideologico e Dialettica Spettrale: un Antiidealismo la cui irrealtà non è l’Irrazionale di una Utopia ma il Disperante di una Atopia.

La visione dell’essere deve essere basata sulla sapienza clinica dell’origine della vita mentale. La sapienza sull’essere umano è basata sulla origine materiale del pensiero. L’origine materiale del pensiero alla nascita è una evidenza clinica. Tale origine materiale conferisce le competenze sul pensiero alla scienza. Prima del romanticismo letterario l’io è attività di funzione biologica. Estremizzando: la clinica dell’essere è base per la giurisdizione e il linguaggio. Abbiamo attualmente pensieri che ci dicono che in assenza della fondazione del pensiero sulla materia il Materialismo Marxista resta Inanimato. Il Materialismo Marxista fu perché non si aveva la conoscenza dei fondamenti dell’essere umano: resta ancora il difetto, lo Scotoma Teorico che, una volta affermata l’origine biologica del pensiero, non sa andare avanti e porre la differenza tra le due differenti nature: del pensiero e della biologia. Se non si ha l’ipotesi della vitalità, come stato della materia che consente il passaggio dal somatico allo psichico, si crea la confusione per cui il Materialismo Marxista -da Teoria della Storia come era stata pensata- viene assunto come Ipotesi Clinica sulla Fisiologia della Mente per cui il dissenziente è pazzo.

La clinica dell’essere umano come realtà di pensiero riguarda la ricerca medica dopo che filosofi dello spirito per migliaia di anni hanno tentato e fallito. Dire dell’origine materiale della vita mentale costringe a trovare idee e linguaggi corrispondenti alla transizione. La vitalità non è atto del pensiero e non può essere afferrata dal pensiero in termini di riflessione come comunemente noi riteniamo di poter fare praticamente sempre. Per quanto essa sia biologia della specie umana è precedente alla nascita del l’io non cosciente, ANCHE del l’io non cosciente, e non è possibile esprimerne i contenuti come oggetti omogenei al pensiero, della stessa natura del pensiero. Si ha la vitalità ma non se ne sa essere detentori. Essa non assumerà mai variabili forme di concetto.

Pure è fondativa della possibilità medesima della vita psichica e tutto negli esseri umani la esprime. Le parole possono contenerla, i movimenti lasciarla trasparire, i passi, le speranze, l’attribuzione di senso alla parola ‘amore’ e alla parola ‘odio’ le sono assolutamente tributari delle loro stessa legittimità.

Per la via che cerca la vitalità si destrutturerà anche tutto il Marxismo e tutto l’Idealismo e forse, ma sarà più laborioso, potremo decidere di affrontare il dilemma della religiosità che, oramai è chiaro, non si toglierà mai del tutto perché essa riposa proprio su quel momento di transizione da cui deriviamo come soggetti alla stimolazione della luce sulla retina. Attraverso l’articolazione delle parole possiamo tornare al pensiero degli altri, tornare a casa nostra, tornare alla cura dei nostri rapporti con loro attraverso una azione sugli stati della mente.(*)(Stati Della Mente è una locuzione di Alan Tûring per definire certe sue intuizioni sui Calcolatori, che pensava come Esseri Umani attenti a cercare procedure.)

Il concetto di una ‘trasformazione’ si oppone e poi si scontra energicamente con il riduzionismo di Tutto al funzionamento meccanicistico di particelle. Sono consapevole che l’Origine Materiale di Tutto è una frase che contiene l’aurora ma che non si deve lasciare il mondo sulla sponda di questo sorriso che nella sua fissità sarebbe un sorriso ebete. Bisogna trovare le parole per dire che, dopo l’origine e l’alba, lo sviluppo -che progressivamente stabilisce una distanza e dunque si allontana- un giorno si attarda all’ombra di un perplesso innamorarsi e allora porta alla memoria il ricordo di soglie di giorni numerati, di mazzi di bastoncini colorati dentro conche di ceramica, di infissi al carbonio sapientemente lucidati. È ricchezza del ricordo che è senza alcun colore poiché il ricordo è pensiero e il pensiero non ha estensione fisica e le vernici sono solo ‘dopo’, nel linguaggio e nella forma della scrittura. Esse si generano nella trasformazione dell’idea in qualcos’altro. L’io non cosciente, allontanandosi dalla trama originaria della attività biologica convulsa e complessa, esprime quanto è definito ‘umanità’ dell’uomo.

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