zero

Posted By claudiobadii on Lug 23, 2014 | 1 comment


Simone intuisce il pensiero latente. La critica che vuole arrivare a rifiutare l’identificazione. Il pensiero dell’affetto che però vuole restare a sentire in prossimità degli altri. Anche se sa che non si è l’altro, non si è dentro l’altro e non si ha dentro di noi l’altro. Che l’amore non c’entra. C’entra la natura delle cose. La natura del pensiero. Che simpatia empatia e passione non sono identificazione. Sono quanto più vicino possiamo essere a chiunque. E oltre è confusione e rabbia. Impotenza e violenza. Bisogno. Hanno sognato un numero di quattro cifre con uno zero alla fine. Ho detto le quattro sedute fatte. E la prima che quasi stavamo per fallire a causa di un incomprensione. Ho detto proprio lo zero che sta per qualcosa che non c’è è pensiero materiale. Capacità di creare una cosa per affermare la percezione e realizzazione dell’assenza. E poi eccolo là in fondo al numero di quattro cifre che fonda la potenza gerarchica nell’ordinamento di quel numero tra gli altri. Lo zero è il pensiero concreto che dice che la matematica non è, in quanto astrazione, né confusione né mistica. È rifiuto della confusione e fondamento della fisica delle cose invisibili. Forse è la O del NO che è espressione verbale del rifiuto, del quale ha la medesima forma grafica.

1 Comment

  1. l’articolo trovato su ‘tempo/zero’ era questo. http://www.utopia.it/creazione/dal-nulla.htm. cercando di leggerlo non mi fa nascere molta simpatia ma te lo invio lo stesso, che magari riesce a fare un diverso effetto…. (per adesso sto in lettura -tarda ma felice- di Leggere Lolita a Teheran, e in tutto il Nabokov che c’è ancora da conoscere…) Ti abbraccio

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